Una maxi frode all’Iva da oltre cento milioni è stata scoperta dalla Guardia di Finanza che sta dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 soggetti. In corso anche una serie di perquisizioni in diverse regioni italiane. A capo dell’organizzazione c’erano, secondo inquirenti ed investigatori, soggetti vicini a clan camorristici e alla criminalità romana.
L’indagine coordinata dalla procura di Pavia ha portato alla luce un’organizzazione che, attraverso una serie di frodi carosello, in poco più di due anni è riuscita a sottrarre cento milioni di Iva, riciclando sia in Italia sia all’estero i proventi accumulati in maniera illecita. Complessivamente sono state eseguite 22 perquisizioni, anche con l’ausilio di unità cinofile e aeree.
Al capo della banda sgominata oggi dalla Gdf con l’operazione ‘Fuel Discount’ c’era un quarantacinquenne di Roma, che gli altri chiamavano ‘Semidio’ o Gesù’. Oltre a lui, che si occupava della gestione operativa della società, ai vertici c’erano un uomo soprannominato ‘Romeo’, 41enne domiciliato in una lussuosa villa nella zona Est di Roma, roccaforte dei Casamonica, e l’altro, chiamato ‘Stefano’, napoletano di 47 anni fratello di un organico del clan camorristico Polverino. L’organizzazione criminale, secondo gli inquirenti, si stava “rapidamente” espandendo in Italia e all’estero grazie ai guadagni “ingenti” accumulati “in pochissimo tempo” e “al calibro criminale dei suoi vertici”. Il meccanismo prevedeva la falsificazione dei bilanci delle società (ai domiciliari è finito anche un commercialista di 54 anni di Pavia) e il mancato versamento delle imposte.