Sarà l’autopsia fissata per martedì prossimo, a stabilire le cause della morte di Guglielmo Celestino, il giovane di 19 anni, trovato senza vita in via Aniello Falcone, a Napoli. Il ragazzo, figlio di professionisti che vivono in via Caravaggio, era sparito dopo aver partecipato a una festa al “Flame”, uno dei locali di via Aniello Falcone, strada che conduce al quartiere collinare del Vomero da qualche anno diventata uno dei centri della movida.
E’ stato il fratello, l’altra sera, a dare l’allarme e fare scattare le ricerche che hanno portato, ieri, i carabinieri a ritrovare il cadavere del ragazzo in una stradina privata, cinque metri sotto via Aniello Falcone, da cui è separata da una balaustra. Gli esami tossicologici stabiliranno se il ragazzo avesse bevuto e quanto e se avesse fatto uso di droghe. Sulla pagina Facebook del locale, è apparso il segno di lutto con un messaggio dei proprietari: “abbiate solo rispetto per una vita spezzata troppo presto, forse per una tragica fatalità – si legge nel post – nessuno deve trarre conclusioni affrettate e senza senso.
E’ tragedia che mi ha spezzato il cuore, ho la fortuna di aver visto migliaia di ragazzi passare serate al ‘Flame’, divertendosi. Via Aniello Falcone è una strada sempre controllata dalle forze dell’Ordine, non ci diamo pace per questa terribile notizia. Ora l’unica cosa da fare è stare vicini alla famiglia, a chi ha perso un figlio ed un fratello”.
“Non oso immaginare il dolore che stanno provando la mamma e il papà, penso al fratello che lo ha cercato tutta la notte, penso alla mamma del festeggiato, al festeggiato, distrutti anche loro perché si sentono in parte ‘colpevoli’ di averlo invitato – scrive un altro dei proprietari – E il dolore immenso per un amico perso in questo modo”.
I residenti della zona si lamentano della invivibilità dovuta alla movida, stanchi di non poter dormire fino a tarda notte per la musica, il via vai di macchine e motorini ed il vociare dei ragazzi. Un comitato di protesta si è organizzato per chiedere al Comune una regolamentazione severa del funzionamento dei locali. Sulla pagina ‘Aniello Falcone’, voce della protesta dei residenti, un post afferma: “nei prossimi giorni ci sarà il tempo di capire come impedire che una tragedia del genere accada di nuovo, perché non è possibile morire a 19 anni per una festa e come arginare questa marea alcolica che ha invaso la città e, purtroppo, anche la nostra zona”. Gli aderenti al Comitato si stringono attorno alla famiglia di Guglielmo: “mentre i discobar stanno riaccendendo le loro insegne colorate e alzando i volumi degli impianti stereo come se niente fosse successo, pronti per l’ennesima notte alcolica, ti promettiamo che noi non ti dimenticheremo”.