Parmalat revoca la concessione a Cil, azienda della famiglia Greco, l’imprenditore di Castellammare di Stabia coinvolto in un’inchiesta dell’Antimafia sul clan dei Casalesi. Una decisione ad horas quella della multinazionale del latte, che adesso tiene con il fiato sospeso circa 40 operai che già da stamattina sono rimasti senza lavoro.
“Noi non c’entriamo nulla né con l’inchiesta, né con le accuse che vengono mosse dai magistrati. Che fine faranno le nostre famiglie?”, urlano i dipendenti.
Nel frattempo la Cil avrebbe chiesto la revoca del provvedimento, arrivato senza alcun preavviso.
Intanto, dalla Cil viene diffuso un comunicato stampa a firma dei dipendenti e degli agenti di commercio che ci tengono a rendere noto di aver svolto il proprio lavoro sempre con grande dedizione e sacrificio e per la società C.I.L. srl e quindi per la Parmalat spa.
«Siamo 32 persone con le proprie famiglie che dopo anni di duro lavoro si trovano repentinamente in una condizione di rischio del proprio posto di lavoro, rischio che riteniamo assolutamente ingiustificato dato che abbiamo quotidianamente svolto il nostro servizio nel rispetto dell’ azienda, che ci ha sempre impartito tra le regole quelle del rispetto dei nostri clienti, rispetto massimo dei nostri concorrenti, impegnarsi duramente nel rispettare l’esclusività dei prodotti che negli anni abbiamo venduto, attaccamento e dedizione alla Parmalat di cui ci siamo sempre considerati parte integrante della sua grande famiglia».
E ancora: «Mai e poi mai i nostri sacrifici e il nostro costante impegno potrà essere messo in dubbio da fatti, estranei e al vaglio, e talvolta illazioni senza fondamento, che in alcun modo e mai e poi mai hanno condizionato la nostra attività lavorativa. Per questo ed altro chiediamo che venga posta attenzione sul grave disagio che potrebbe essere provocato a noi e alle nostre famiglie dal rischio di poter perdere il proprio posto di lavoro conquistato negli anni con dedizione lavorando 320 giorni all’anno di notte e di giorno».