“Ieri c’è stato un punto di svolta in Campania, perché abbiamo registrato centinaia di arrivi dal Nord Italia. Quindi c’è un prima e un dopo questa svolta”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in una diretta Facebook. “Oggi – ha spiegato De Luca – in Campania abbiamo in isolamento domiciliare controllato 1318 persone, di queste circa 110 sono positivi al coronavirus. Quindi abbiamo 110 persone contagiate ma per lo più asintomatiche, senza grandi problemi di tosse o di respirazione e il resto circa il 90%, non ha nessun contagio. Abbiamo fatto un lavoro di prevenzione straordinario: per ogni persona contagiata abbiamo ricostruito i contatti avuti, chiamando in media circa 10 persone e collocandoli in isolamento domiciliare per evitare l’espansione del contagio”. “Ora però – ha detto De Luca – siamo in una seconda fase dopo l’ondata di ritorni in Campania.
Non dipende da noi e dobbiamo affrontarlo con efficacia operativa e tranquillità. Chi è arrivato dal Nord Italia ha l’obbligo di segnalare all’Asl di appartenenza il domicilio e la presenza sul territorio. Anche in questo caso capiterà che il 90% non risulta contagiato ma chi dovesse essere contagiato rimane a casa, contatta il medico famiglia e se necessario va in ospedale. Quindi anche i nuovi arrivati saranno presi in carico dalle Asl”.
“I rientri dal Nord Italia ci hanno creato un problema ma siamo in grado di gestirlo bene, se c’è senso di responsabilità da parte di tutti i concittadini” ha aggiunto De Luca. “Il problema – ha spiegato – lo risolvereremo, si tratta di decidere se vogliamo risolverlo in due mesi con la diminuzione dei contagi o vogliamo trascinarcelo per mesi e anni. Su questo è decisivo il senso di responsabilità dei cittadini e la preparazione del sistema sanitario. In Campania siamo pronti ad affrontare qualunque emergenza, quindi dico no a preoccupazioni eccessive, ma facciamo funzionare il cervello e riduciamo quasi a zero le relazioni sociali. Sono convinto che usciremo dal tunnel ma dateci una mano ad aiutare le centinaia di persone che lavorano per aiutare le famiglie ed evitare di pagare un prezzo alto sul piano sanitario, umano ed economico”.