Scatta il sequestro preventivo del Vallone dei Mulini: il famoso rudere di Sorrento – già inserito tra i dieci luoghi “abbandonati” più belli del mondo – è al centro di un’indagine. Nel mirino della Procura di Torre Annunziata, che ha fatto eseguire un decreto di urgenza, ci sono i lavori di messa in sicurezza e restyling in corso da mesi all’interno del sito culturale di proprietà dell’imprenditore Mariano Pontecorvo, attualmente consigliere comunale.
Secondo le accuse gli interventi indicati come «di restauro e risanamento conservativo», pur risultando conformi alle Scia, risultano essere in contrasto con Put e Puc. Irregolarità, per la Procura, anche rispetto all’autorizzazione paesaggistica. Oltre a ciò si aggiunge, come ravvisa in un comunicato stampa il procuratore facente funzioni di Torre Annunziata Pierpaolo Filippelli, la «previa formazione ed approvazione di un piano di recupero», che per gli inquirenti non risulta essere stato varato. Pontecorvo per ora è l’unico indagato per violazioni al Testo unico dell’edilizia. Si tratta dell’ex assessore ai lavori pubblici, attualmente consigliere comunale di maggioranza della lista civica “Il Ponte”, che nel 2010 acquistò il Vallone dei Mulini da alcuni privati per la somma di 300mila euro.
Dopo aver concluso l’acquisto del bene, si dimise dalla giunta già allora guidata dal sindaco Giuseppe Cuomo per evitare di essere accusato di un potenziale conflitto di interessi. Ma scoppiò ugualmente la polemica con esposti alla magistratura anche a firma del compianto coordinatore dell’Italia dei Valori della penisola sorrentina, l’avvocato Giovanni Antonetti. Pontecorvo, sin da allora, ha sempre chiarito che la sua volontà era quella di rendere il sito accessibile a tutti, residenti e turisti. «Stiamo facendo il possibile per aprire al pubblico il Vallone dei Mulini e renderlo un attrattore turistico di grossa rilevanza. La discesa, una volta resa sicura e agibile, sarà gratuita per tutti i sorrentini» le parole, qualche mese fa, dell’ex assessore. Ma gli interventi sono stati oggetto di numerosi esposti e denunce di Wwf Terre del Tirreno, Verdi ambienti e società e attivisti del Movimento Cinque Stelle.
Di recente ci fu un’interrogazione parlamentare pentastellata che sollevava perplessità in merito anche agli effetti su flora e fauna del luogo e sull’intero iter procedurale. Stamane l’intervento della polizia giudiziaria di Torre Annunziata. Il Wwf Terre del Tirreno esulta per il sequestro: «Avevamo ragione noi – sottolinea il presidente Claudio d’Esposito – Peccato che ora l’immobile non si presenti come una volta». Intatto però il leccio secolare policormico, con più fusti che si dipartono dallo stesso ceppo, che domina indisturbato da secoli proprio nel Vallone dei Mulini. L’albero, sperano dal Wwf, potrebbe essere ulteriormente tutelato con l’apposizione del vincolo monumentale.