I turisti che si trovano in Italia da diversi giorni, cioè prima dell’emanazione del decreto sull’emergenza coronavirus, che fine fanno? Possono uscire? E in che misura? Devono rimanere rinchiusi negli hotel e nelle strutture extralberghiere sino al prossimo 3 aprile quando scadranno le misure restrittive? O vanno fatti rimpatriare per necessità col rischio di subire cause per risarcimento danni?
Sono le domande che agitano gli imprenditori turistici della Campania, a cominciare da penisola sorrentina e Capri. Anche perché nelle maglie del decreto del premier Giuseppe Conte ci sono passaggi tutt’altro che chiari su cui si attendono ulteriori direttive. Un esempio su tutti: è preferibile non uscire di casa e sono vietati gli spostamenti a eccezione di casi di assoluta necessità, lavoro o motivi medici. Ma i turisti, evidentemente, sono qui per vacanza. Gli operatori si stanno interfacciando con i Comuni che, a loro volta, hanno chiesto delucidazioni al governo e alle prefetture.
Ieri, i sei sindaci della penisola sorrentina si sono riuniti per stabilire il da farsi. Hanno diffuso un messaggio rivolto ai cittadini in cui raccomandano di seguire alle lettere le direttive ministeriali e, per coloro che sono tornati dal Nord lo scorso fine settimana, di autodenunciarsi affinché possano seguire un periodo di isolamento spontaneo. Senza dimenticare che alcuni giorni fa le amministrazioni municipali hanno rilanciato l’appello al governo Conte per sbloccare ingenti aiuti al comparto che, è chiaro, dà lavoro e sostentamento a centinaia di famiglie che oggi temono di finire sul lastrico. Le prenotazioni per i prossimi mesi da parte dei turisti sono in picchiata e gli introiti sono praticamente azzerati. Un autentico disastro. Anche a Capri si discute della questione turismo. Perché il fenomeno degli sbarchi di turisti stranieri a Capri sembra non fermarsi nemmeno dopo il decreto. Nella giornata di ieri sono stati avvistati diversi vacanzieri di evidenti origini orientali passeggiare tra le strade dell’isola azzurra. Alcuni muniti di mascherina, altri in mise estiva, nella maggior parte dei casi dotati anche di macchina fotografica, non sono passati inosservati agli occhi dei capresi che attenendosi alle regole nazionali erano in fila per la spesa o per strada per necessità e non per motivi “ludici”. E così, una scena che sino a qualche tempo fa rappresentava l’avvio della stagione turistica con la piacevole presenza di turisti stranieri, ieri è diventata immediatamente motivo di segnalazione alle autorità oltre a trasformarsi in denuncia virale con gli “scatti” ai vacanzieri dagli occhi a mandorla che facevano il giro dei social network. Non è dato sapere come siano sbarcati sull’isola azzurra e quali siano state le urgenze autocertificate dai gitanti al momento dell’imbarco, fatto sta che in via Le Botteghe, via Camerelle e altre strade intorno alla piazzetta di Capri è stato visto qualche asiatico, sia giovane che più anziano, passeggiare tranquillamente alla scoperta di un’isola che, comunque, aldilà dell’emergenza nazionale è ancora in letargo invernale, tra negozi chiusi, work in progress e attività che non avrebbero ripreso il via prima delle vacanze pasquali già da programmi “regolari” e pianificazioni stabilite nella fase di redazione dei budget aziendali 2020.