Le lacrime in diretta Facebook del sindaco di Bari Antonio De Caro hanno fatto il giro del mondo. «In questi anni abbiamo fatto tanti sacrifici per riuscire a portare tanti turisti… Però sono sicuro che ce la faremo, ci riusciremo, dobbiamo avere fiducia. Ora però rispettiamo le regole». Poi la commozione ha il sopravvento quando il primo cittadino rivolge uno sguardo alle saracinesche dei bar tristemente abbassate.
Un sussulto. Quindi il pianto. De Caro è il volto segnato di chi indossa una fascia tricolore e si riscopre debole, assolutamente umano. Da Ercolano a Castellammare di Stabia, passando per Sorrento, Capri e Sant’Agnello: tutte realtà apprezzate, sorridenti, che fanno dell’accoglienza un vero e proprio culto. E i cui sindaci oggi si sentono «tutti De Caro». Sperando ovviamente di poter al più presto uscire di casa e tornare alla normalità vedendo gente in strada, luci, colori, emozioni.
«Abbiamo affidato a turismo e cultura il nostro futuro – spiega il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto – Mi piange il cuore vedere la nostra bella Ercolano, di solito affollata di visitatori, vuota e abbandonata. Purtroppo dobbiamo renderci conto che in questi giorni la sfida è pure di carattere culturale. Ho trovato tanti bar, parrucchieri e negozi che hanno accettato responsabilmente di chiudere seppur i titolari corrano il rischio di non riuscire a mettere il piatto a tavola e sfamare i propri figli». Non manca un monito a chi vìola le disposizioni governative: «Ci sono pensionati e anziani che continuano ad uscire di casa senza rispettare le legge. Ciò alimenta il rischio per tutta la cittadinanza».
Il sindaco di Sorrento, l’avvocato Giuseppe Cuomo, è certo che il brand Campania consentirà a tutti di rialzarsi. Anche se l’immagine spettrale della città del Tasso è un pugno nello stomaco. E questo Cuomo lo sa bene. «Ho un grosso senso di vuoto, di disagio – specifica il sindaco – Ovviamente esiste pure l’altro lato della medaglia: prendo atto con soddisfazione che la nostra comunità stia rispettando tutti i diktat del governo.
Ma bisogna impegnarsi di più. Prendiamo ad esempio le processioni della Settimana Santa che aprono di fatto la stagione turistica: sono riti secolari, sentiti, intrisi di fede e passione. E che molto probabilmente quest’anno salteranno. Ma queste rinunce sono necessarie per limitare i rischi. Spero che presto un mio desiderio diventerà realtà». Quale? «Svegliarmi al mattino con serenità e poter vivere la quotidianità. Ciò che sta avvenendo ci sta facendo riscoprire il valore assoluto delle piccole cose». Insomma, un riordino delle priorità – pure sentimentali – nella vita di tutti giorni. «Tornare a casa, non vedere nessuno in giro e i negozi chiusi è una brutta sensazione.
Purtroppo è necessario per venire fuori da questo incubo, per fortuna ora si è capito a tutti i livelli che questa è l’unica strada» aggiunge Gaetano Cimmino, sindaco di Castellammare di Stabia. «Non avrei mai pensato di vivere un’esperienza del genere – racconta il primo cittadino – Firmare ordinanze di isolamento domiciliare o di chiusura delle attività non è mai facile per un sindaco. Ne avverto la responsabilità, ma in questo momento storico bisogna tutelare il maggior interesse pubblico e la salute viene prima di tutto». Cimmino rivela anche un aneddoto simpatico: «Nei giorni scorsi ero in fila alla farmacia, la gente mi ha riconosciuto e pensava che io conoscessi il nome di qualche medicinale che avrebbe potuto contrastare il virus – sorride il sindaco – Dopo hanno chiesto al farmacista e hanno capito che ero lì per altro». Pochissimi turisti, piazzetta salotto del mondo senza un sorriso, un bar aperto, un rumore. La Capri ai tempi dell’incubo Coronavirus intristisce il mondo.
«Ovviamente augurandomi come tutti che si torni presto alla “normalità”, questa piazzetta vuota e questa Capri deserta mi fanno pensare al film “Il mare”, una pellicola del 1962 di Giuseppe Patroni Griffi con Françoise Prévost, Umberto Orsini, Dino Mele, con un’isola romantica, a misura d’uomo, più intima. Così – aggiunge il sindaco Marino Lembo – come in quel film ci si trova dinanzi ad una Capri invernale, silenziosa, dove diviene protagonista la vera essenza esistenziale delle persone ma anche l’affascinante “spazio muto” di Capri».
Un concetto simile a quello che esprime il sindaco di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani: «Spero che quanto prima si possa tornare alla normalità e che il rischio di contagio sia contenuto – evidenzia l’ex assessore provinciale al turismo – Auspico che ci si fermi definitivamente per 15 giorni. Prima si blocca tutto e prima si riparte. E qui in Campania abbiamo eccellenze e attributi per lottare e ripartire».