Si stringono nei grossi cappotti per ripararsi dal freddo. I volti sono stanchi, da giorni lavorano senza sosta per fronteggiare l’emergenza del personale ridotto all’osso. Sono le facce esauste dei vigili urbani di Pompei, di uomini e donne che giorno e notte stanno assicurando controlli tra le attività commerciali, tra chi circola senza autocertificazione e chi è in autoisolamento perché arrivato dalle zone del focolaio del Nord. Un esercito che lavora in silenzio nonostante il dramma dell’organico che s’è ridotto ad appena 28 unità. Un inferno per una città come quella di Pompei. E, al di là delle emergenze, gli stessi caschi bianchi ieri mattina hanno persino rinunciato alla giornata di riposo per donare sangue. In 14 si sono messi in fila all’esterno del punto mobile Avis che ha fatto sosta in piazza Schettini, mettendo da parte gli impegni personali e privati. Uno a uno si sono sottoposti al prelievo per rispondere all’appello delle banche del sangue che la scorsa settimana hanno segnato una diminuzione dei donatori e un rosso spaventoso: -666 unità di plasma. Un gesto encomiabile quello degli agenti della polizia locale di Pompei, guidati dal comandante Gaetano Petrocelli e dal capitano Ferdinando Fontanella, più volte finiti al centro delle polemiche per la chiacchierata querelle legata al fondo di produttività che per oltre un anno non è stato costituito. Anche il numero uno dei caschi bianchi s’è messo in fila, donando sangue in un momento delicato dettato dall’allarme coronavirus che ha stretto in una morsa l’Italia intera. «Sia un esempio anche per gli altri, donate se potete. Non dimentichiamoci dei più deboli», ha detto uno degli agenti mentre mostrava con orgoglio il certificato che ha attestato l’avvenuta donazione di sangue. Una decisione dettata anche dalla diffusione della notizia dell’esaurimento di scorte con conseguenze negative e potenzialmente pericolose per i malati che hanno bisogno delle trasfusioni. Nel centro trasfusionale dell’ospedale Cardarelli, in due giorni, la media giornaliera di donatori è stata di soltanto 100 persone. «Nei giorni normali sono circa 20 i donatori – ha fatto sapere Michele Vacca, direttore della Medicina trasfusionale – La scorsa settimana, erano tre al giorno». Da solo, il centro del Cardarelli ha raccolto 300 unità di sangue, che, però, non basta mai. Vacca ha così lanciato un appello: «Non fermatevi, continuate a donare». Un appello che con senso di responsabilità è stato accolto dagli uomini in divisa del comando di polizia municipale e che lo scorso anno rinunciarono pure allo straordinario pur di assicurare misure di sicurezza per la Supplica. «Abbiamo voluto dare un segnale, speriamo che anche gli altri decidano di fare lo stesso», ha aggiunto uno dei vigili da poco in servizio a Pompei. Intanto, saranno a breve attivate dai centri trasfusionali linee telefoniche dedicate per prenotare la propria donazione, così da evitare di creare code e non dover aspettare troppo il proprio turno. Tra i primi ad aderire all’appello ci sono stati anche gli operai della Whirlpool Napoli, fabbrica a rischio dismissione. Ieri in sette hanno donato al centro trasfusionale dell’Ospedale del Mare, insieme ai 14 vigili urbani del comando di Pompei che hanno rinunciato alla giornata di riposo.
CRONACA
14 marzo 2020
Pompei, i vigili-modello: «Bisogna donare sangue»