Il termometro della tensione sociale comincia a far segnare le prime linee di “febbre”. La temperatura sale a causa dell’obbligo di stare in casa, dell’impossibilità di lavorare e quindi guadagnare. Un nervosismo che si manifesta con le reazioni violente nei confronti dei commercianti, con quei piccoli furti che vengono denunciati dai titolari dei pochi negozi rimasti aperti.
C’è il rischio che l’emergenza per il Coronavirus possa mischiarsi alle tante mai veramente affrontate e risolte in un territorio complesso, come quello della provincia di Napoli, rendendo la situazione difficile da gestire.
Nella giornata di ieri si sono verificati due episodi, uno a Castellammare di Stabia e l’altro a Santa Maria la Carità. Nel primo caso, alcuni residenti del quartiere dell’Acqua della Madonna si sono scagliati in modo violento contro il titolare di un negozio di via Bonito. Prima hanno cominciato a insultarlo, poi a sbattere le porte della sua attività. L’accusa è quella di aver aumentato il prezzo di un igienizzante, che secondo i clienti sarebbe quadruplicato in pochi giorni. Nonostante il titolare provasse a spiegare che quell’aumento non era sua volontà, ma la conseguenza del rincaro imposto dal produttore non c’è stato nulla da fare. La reazione violenta dei clienti ha costretto le forze dell’ordine a intervenire sul posto. Gli accertamenti condotti dai militari hanno confermato la tesi del commerciante, il margine di guadagno dell’attività è rimasto lo stesso, piuttosto bisognerebbe capire perché il produttore ha aumentato il prezzo.
Situazione diversa a Santa Maria la Carità. Approfittando della ressa all’interno del supermercato Sigma di via Madonna delle Grazie, un uomo ha rubato due confezioni di tonno ed è scappato. Ma la fuga è durata poco e il ladro è stato bloccato e denunciato dai carabinieri del nucleo Radiomobile di Castellammare di Stabia. Si tratta di un 40enne, residente nella zona, già noto alle forze dell’ordine per specifici reati. Un ladro di professione. Ma questa volta è stato colto sul fatto e obbligato a riconsegnare la merce e scusarsi con i responsabili del supermercato. L’uomo, in effetti, si era intrufolato nel market confondendosi tra i clienti. Poi ha afferrato due confezioni di tonno e le ha occultate sotto il giubbotto. Durante l’uscita ha velocizzato il passo, destando sospetti tanto da essere seguito da due cassieri. Alla scena hanno assistito i carabinieri stabiesi, di passaggio per controlli, che hanno raggiunto e fermato l’uomo prima che riuscisse a far partire lo scooter. Doppia denuncia per il 40enne, per il furto ma anche per non aver rispettato le norme anti-virus, uscendo quindi per futili motivi. Due episodi che fanno accendere la spia rispetto alla possibilità di una tensione sociale, che rischia di innescarsi da qui a breve. A confermarlo sono anche i timori dei commercianti di Pompei (leggi articolo in pagina), che hanno chiesto le ronde per tutelare le attività commerciali in questo periodo di chiusura forzata.
Il problema è che l’emergenza Coronavirus va a sommarsi alle troppe mai risolte: micro-criminalità, lavoro nero, disoccupazione, povertà. Far finta che il sommerso non esista e paradossalmente rappresenti l’unica fonte di reddito per molte famiglie, significa voler nascondere la testa sotto la sabbia. Da San Giorgio a Cremano fino a Castellammare, passando per Torre Annunziata, Torre del Greco e tutta l’area vesuviana ci sono decine di migliaia di disoccupati e solo una parte di loro può contare sul sussidio del reddito di cittadinanza. A sei giorni dall’inizio delle restrizioni, molti garzoni dei bar che lavoravano a nero sono rimasti senza la paga settimanale, stesso discorso per commessi, camerieri e altre forme di lavoro abusivo. Il rischio che tanti restino senza un minimo di soldi necessari per fare la spesa e trascorrere a casa la quarantena forzata c’è tutto e a quel punto bisognerà fare molta attenzione per evitare che a farne le spese siano gli altri. Sotto questo punto di vista è chiaro che i commercianti sono la categoria più esposta. I titolari delle attività che sono rimaste aperte nonostante l’emergenza e il rischio a loro volta di contrarre il virus, vengono visti quasi come dei nemici. Da giorni è scattata la corsa a puntare il dito contro alimentari, farmacie e altre tipologie di attività per l’aumento dei prezzi. E la responsabilità probabilmente è di chi non sta vigilando e intervenendo sulla filiera per evitare i rincari, che nella stragrande maggioranza dei casi non vengono stabiliti dai piccoli esercenti ma da produttori e grossisti.
Proprio come nel caso di ieri a Castellammare che ha costretto anche i soci di Ascom Confcommercio a scendere in campo per esprimere solidarietà al negoziante aggredito in via Bonito. Il timore è che sia solo la punta dell’iceberg e che senza una drastica attività di prevenzione su più livelli, la situazione possa diventare difficile da gestire.
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