Pompei/Castellammare. Assalto agli ultimi treni diretti al Sud, una riedizione in scala ridotta della fuga di sabato 7 marzo, quando si diffusero le prime notizie sul decreto che avrebbe isolato la Lombardia. Venerdì sera alla stazione centrale di Milano i treni diretti a Palermo e Lecce erano strapieni, anche perchè, dopo la chiusura degli aeroporti, rappresentano l’unico modo per lasciare la città.
E mentre il personale viaggiante delle ferrovie denuncia che sui treni notturni è impossibile rispettare nei vagoni letto e nelle cuccette le distanze imposte dalle ordinanze, da più parti arriva la richiesta di chiudere anche le stazioni. Da sindaci, come Clemente Mastella, a Benevento, e governatori del sud, come Michele Emiliano in Puglia, appelli ai propri corregionali di non muoversi, o quantomeno, una volta tornati, di autodenunciarsi e sottoporsi alla quarantena.
Tutti i passeggeri partiti in treno da Milano e diretti verso le regioni del sud – 438 persone in tutto – sono stati controllati dalla polizia ferroviaria sia alla partenza sia una volta a destinazione. I poliziotti hanno verificato in partenza l’identità e le motivazioni del viaggio e tutti avrebbero dimostrato di avere una giusta motivazione. Ma il “controesodo” non avviene solo viaggiando sui treni. Oltre alle auto private, ci sono infatti tante autolinee interregionali la cui attività è molto difficile da monitorare e controllare. Ed è proprio dalla corsa di uno di questi bus, di una compagnia salernitana, che si è diffuso sui social un vero e proprio “allarme”, la cui portata è stata poi ridimensionata dalle forze dell’ordine.
Venerdì sera, infatti, intorno alle 23.30, in piazza Falcone Borsellino, a Pompei, ha effettuato la “consueta” fermata il bus da 52 posti che viaggia sulla tratta Pisa-Sapri, e che, lungo il suo percorso, attraversa molte città della Toscana – Lucca, Pontedera, Montecatini, Pistoia, Prato, Firenze, Siena – per poi dirigersi via autostrada a Sud, dove effettua fermate a Caserta, Napoli, Pompei, Salerno, e altri centri del Cilento, fino a Sapri. E venerdì molte persone che si recano periodicamente e soggiornano per lavoro in Toscana hanno scelto quel bus per fare ritorno a casa. L’arrivo al terminal di Piazza Falcone e Borsellino non è passato inosservato, una foto scattata da un palazzo vicino è stata postata sui social e sono partite decine di segnalazioni a polizia e carabinieri.
E nella mattinata di ieri, dopo aver contattato l’azienda di trasporti e ottenuto l’elenco dei viaggiatori – 17 in tutto, di cui 9 scesi a Pompei, ma solo uno residente nella città mariana – i carabinieri della stazione cittadina, guidato dal comandante Angelo Esposito, hanno avviato i controlli per rintracciare i passeggeri. L’obiettivo è stato, in primo luogo, di controllare che tutti avessero effettuato l’autodichiarazione prevista a seguito dell’introduzione delle restrizioni, e contattato l’Asl competente per l’autoquarantena.
Dati che saranno raccolti e messi a disposizione della Prefettura, nel caso in cui dovessero manifestarsi tra le persone segnalate dei casi di positività al coronavirus, in modo da ricostruirne i movimenti e la catena del potenziale contagio. Misure precauzionali, certo, ma assolutamente fondamentali per evitare il diffondersi dell’epidemia. Ne sono ben consapevoli anche i 22 operai Fincantieri di ritorno dal cantiere di Muggiano, in provincia di La Spezia, che si sono autodenunciati e sono in isolamento domiciliare. Molti altri però potrebbero essere sfuggiti ai controlli. Il ritorno a casa delle tute blu a Castellammare di Stabia è monitorato con attenzione dall’amministrazione comunale, perché rappresenta una di quelle variabili che potrebbero far finire fuori controllo il numero dei contagiati sul territorio.
Gli operai Fincantieri, diretti e dell’indotto, hanno lavorato in uno stabilimento dove s’è registrato il contagio di un dipendente. L’azienda è corsa ai ripari ordinando la chiusura dei siti industriali in tutta Italia, fino al 29 marzo. Una decisione che ha provocato un ritorno incontrollato di tantissimi operai verso Castellammare e gli altri Comuni del comprensorio.
Fuori controllo perché ora non ci sono numeri certi. Nel cantiere di Muggiano, impegnati nei lavori di completamento della Nave Trieste, ci sono circa 300 operai dell’area stabiese. Ventidue hanno auto-denunciato il loro ritorno a casa, molti invece potrebbero aver by-passato i controlli, per non essere costretti a stare in quarantena. A fare da contraltare ai “furbetti” che potrebbero mettere a rischio la salute dei loro familiari prima ancora che degli altri, ci sono gli operai che invece hanno deciso di restare in Liguria.
Nella giornata di ieri due tute blu, Antonio Alfieri e Francesco Esposito hanno registrato un video dalla casa presa in affitto durante questo periodo di trasferta a Lerici, per comunicare la loro decisione di non tornare a casa e sensibilizzare i colleghi che non si sono autodenunciati: «Noi restiamo a casa in montagna a respirare aria buona e pulita senza tornare dalle nostre famiglie, i nostri figli, per il bene della nostra città perché la sanità non riesce a gestire in questo momento tutti malati – hanno detto – Dopo aver contattato l’Asl, abbiamo deciso di farci la quarantena qui a Lerici. Appena sarà possibile torneremo a casa, per abbracciare le nostre famiglie e portare tanti regali ai nostri figli».