La notizia è arrivata nel pomeriggio, attraverso una nota di poche righe: «Facendo seguito alle disposizioni assunte dalla direzione strategica aziendale Asl Napoli 3Sud per le vie brevi- si legge nel documento – essendo stato individuato il pronto soccorso di Boscotrecase come riferimento per i pazienti contagiati o con sospetto di contagio da Covid-19, il pronto soccorso dell’ospedale boschese cessa temporaneamente ogni attività dalle ore 16,00 della data odierna fino a nuova comunicazione».
Il Sant’Anna Madonna della Neve sarà dunque l’ospedale degli infetti, la succursale operativa del Cotugno all’ombra del Vesuvio. Una decisione nata per porre un argine al boom di contagi che anche ieri ha travolto la Campania. Una notizia inattesa che però ha scatenato la rabbia, la paura dei camici bianchi e del personale sanitario.
Tutti terrorizzati dall’idea di diventare un nosocomio di frontiera. Di stare a contatto 24 ore al giorno con l’influenza mortale che sta terrorizzando il mondo intero. La decisione è arrivata direttamente dalla task force istituita dalla Regione per contrastare il contagio. La nota inviata a Boscotrecase, infatti, conferma il peso di quell’emergenza sanitaria e individua proprio nel presidio sanitario di via Lenze la struttura idonea ad ospitare i malati di Covid. Una notizia che ha messo nuovamente in agitazione il personale che già nei giorni scorsi aveva lamentato una serie di emergenze, ribadendo la richiesta di essere sottoposti al tampone dopo aver avuto contatti con un paziente risultato positivo.
Una decisione che farà discutere anche nei prossimi giorni. Ma per l’Asl e per la Regione è una scelta obbligata. Il Cotugno da solo non può fronteggiare l’emergenza e servono altri ospedali oltre a nuovi posti letto in terapia intensiva che – a questo punto – potrebbero anche essere allestiti a Boscotrecase. Così come è avvenuto, nelle scorse ore, anche al Loreto Mare. Nell’ospedale di via Marina, da sempre un presidio che segna il confine tra Napoli e la sua provincia, sono in corso da alcune ore lavori di realizzazione di un vero e proprio ospedale dedicato – come quello di Boscotrecase – alla lotta contro il virus.
Entro martedì verranno liberati gli altri reparti e verrà aperto il nuovo presidio anti-Covid. Misure straordinarie finalizzate a non farsi trovare impreparati in vista del possibile picco del contagio che dovrebbe arrivare entro gli inizi o la metà di aprile, come ribadito anche dal presidente della Regione nei giorni scorsi. Intanto si lavora anche per rafforzare il fronte della terapia intensiva. In Campania sono in tutto 333 i posti letto disponibili.
La Regione è al lavoro per creare almeno 175 nuovi posti spostando reparti e dirottando i malati in altri ospedali. «Stiamo lavorando senza sosta, giorno e notte, per trasformare in dieci giorni il Loreto Mare di Napoli in un ospedale dedicato alla lotta contro il virus – le parole del Governatore, Vincenzo De Luca – La nostra priorità e fermare i contagi e stiamo attuando tutte le misure per questo obiettivo, ma dobbiamo essere pronti a qualsiasi tipo di scenario». Intanto per contrastare il virus la Regione ha anche stipulato un patto con l’università Federico II.
«E’ ufficiale l’ok della Regione Campania affinché la Federico II di Napoli possa effettuare tamponi per una prima diagnosi di infezione da Covid-19. Un risultato raggiunto grazie all’impegno profuso dal Dipartimento Assistenziale diretto da Framncesco Beguinot e dal Dipartimento di Sanità Pubblica, Farmacoutilizzazione e Dermatologia diretto da Maria Triassi. La struttura, che ha tutte le carte in regola per effettuare le analisi in questione in modo efficace e tempestivo, entra di diritto nella CoreNet LAB Campania, ed è pertanto è autorizzata all’espletamento della diagnosi molecolare su campioni clinici respiratori – Covid-19», si legge in una nota dell’Ateneo. Effetti di una rivoluzione necessaria seppur dolorosa, come fanno sapere i vertici della giunta regionale.
L’obiettivo è essere pronti nel caso in cui il virus dovesse presentarsi con maggiore diffusione in Campania. Anche se i dati delle ultime ore sono inferiori rispetto agli ultimi giorni e lasciano ben sperare per il futuro. Ma tutto dipende dai cittadini, come hanno più volte ribadito i rappresentanti delle istituzioni invocando il rispetto dei decreti.