«Non ho mai avuto paura tant’è che avevo pure messo in conto un mio possibile contagio. Per fortuna sto bene. Sono emozionato perché ritrovo la mia famiglia. Cosa farò? Resterò a casa, come devono fare tutti. Per battere il coronavirus bisogna seguire le regole. Ovviamente sono pronto a fare la mia parte anche qui. Poi, appena sarà possibile, risalirò a bordo di una nave. E’ il mio lavoro».
Lo sguardo è sicuro, fiero. E irrobustisce le sue parole, degne di un comandante eroe e, da qualche giorno, anche commendatore della Repubblica. Gennaro Arma, il capitano coraggioso di Sant’Agnello della Diamond Princess, rilancia un messaggio di speranza. Lo fa prima in una sala d’attesa dell’aeroporto di Tokyo, a pochi attimi dal volo che l’ha riportato in Italia assieme ad altri 15 ufficiali, i suoi «gladiatori». Poi 14 ore dopo, a Fiumicino, quando viene accolto tra gli applausi alla presenza del ministro degli esteri Luigi Di Maio che lo loda pubblicamente: «Il comandante è un esempio per tutto il Paese».
E’ davvero così. Perché Arma ha fronteggiato faccia a faccia il rischio del contagio. Il Covid 19 ha aggredito la “sua” nave da crociera, bloccata per oltre un mese in Giappone con diversi passeggeri contagiati. «E’ stato fondamentale avere collaborazione da tutti, so che significa restare uniti. Per questo in Italia serve che ognuno faccia la propria parte» sospira in un’intervista rilasciata a Sky Tg 24. Le chat e le chiamate su Skype con la moglie Mariana e i parenti sono state benzina per il corpo e la mente del comandante che ha tenuto duro nei momenti più pesanti. «Mi sono sentito con la mia famiglia in maniera regolare, tutti i giorni, tramite videochiamate – evidenzia Arma – Era importante per me che loro vedessero che stessi bene per davvero. Ho ricevuto grandissimo supporto e sostegno da amici e parenti, è stato fondamentale durante quei giorni lunghi. Poter leggere quei messaggi mi ha dato energia». Il comandante attende l’imbarco sul suo volo con impazienza: in aeroporto sembra un viaggiatore tremendamente normale, proprio come vorrebbe lui, che quasi si schernisce quando viene «trattato» come una sorta di semidio dei due mari.
Golfino grigio, pantalone scuro, fisico asciutto. Arma è in forma e nel suo trolley porta soprattutto «un mix di emozioni ed esperienze umane vissute nelle svariate fasi dell’emergenza che abbiamo affrontato, a cominciare dal periodo di quarantena trascorso in Giappone. Appena mi è stata comunicata la prima positività al coronavirus di un nostro passeggero a quel punto ovviamente ho badato alla salute di tutte le persone che erano a bordo, dai turisti ai componenti dell’equipaggio. Coordinare un sistema del genere per porre in condizioni di sicurezza chiunque si trovasse sulla nave è stato possibile perché c’è sempre stato un buon rapporto di collaborazione tra le varie autorità. Sono sinceramente molto soddisfatto del lavoro che è stato svolto tenendo in considerazione le condizioni in cui eravamo e la situazione in cui eravamo coinvolti tutti – continua Arma – In verità ci sono stati numerosi momenti di distensione, dopo una lunga giornata ci riunivamo a fare meeting e cercavamo di allentare la tensione. Momenti di scontro mai». In Italia tuttora continuano i casi di denunce per violazioni al decreto del governo. Tanta, troppa gente, esce ancora di casa innalzando il livello di rischio. Arma, a proposito di prevenzione, è laconico: «So bene che non è semplice, non è facile per nessuno ma sono convinto allo stesso tempo che, restando uniti, questa situazione possa migliorare. Tutti insieme ce la possiamo fare. Nei momenti di difficoltà il popolo italiano è un popolo meraviglioso, che tira sempre fuori il meglio. Rispettando le istruzioni che ci sono state date, rimanendo uniti e con spirito di sacrificio, sicuramente usciremo fuori da questa situazione».
Arma non cerca la luce dei riflettori. Anzi. E’ un uomo semplice che ha dimostrato una grande dose di determinazione. L’ha fatto anche quando è stato sottoposto ai controlli medici necessari prima di lasciare il Giappone. «Essendo stato per 30 giorni su una nave dove i casi di positività erano numerosi avevo messo in considerazione che sarebbe potuto capitare un tampone positivo. Avrei affrontato tale circostanza in maniera tranquilla» spiega ancora il capitano.Per Arma adesso si apre un nuovo capitolo della propria vita. Ritrova i propri affetti, l’amore della moglie Mariana Gargiulo, del figlio di dieci anni e del suo cagnolino. La comunità di Sant’Agnello – che oggi saluta il capitano coraggioso con uno striscione apparso sulla balconata del municipio e alcuni manifesti – dovrà però posticipare la grande festa che si stava organizzando in onore del capitano, tornato in paese nel cuore della notte. Per le stringenti disposizioni del decreto anti Covid sono vietati eventi e assembramenti. Ma ci sarà tempo per abbracciarsi, sorridere e condividere assieme felicità e orgoglio di un missionario di valori che ha portato in alto il nome della marineria sorrentina. Divenendone, con spessore umano, uno degli interpreti più apprezzati. «Ma quando ripartiranno le crociere risalirò a bordo». Arma ha già tracciato la sua prossima rotta.