Ha 75 anni l’uomo risultato positivo al tampone. Ed è il primo caso ufficiale di contagio da Covid-19 a Torre Annunziata. Ad annunciarlo era stato il sindaco Vincenzo Ascione nella tarda serata di lunedì, e ora c’è paura per la moglie dell’uomo che nelle prossime ore sarà a sua volta sottoposta a tampone perchè presenta il sintomo della febbre. L’anziano per ora è ricoverato nell’ospedale di Boscotrecase, Sant’Anna-Madonna della Neve, individuato come presidio per accogliere i casi di pazienti contagiati dal coronavirus. E la paura cresce anche per un altro caso sospetto: ieri pomeriggio, un uomo in via Caravelli è stato trasportato all’ospedale di Boscotrecase.
Ha la febbre ed è rientrato due settimane fa da Milano. Nelle prossime ore gli sarà effettuato il tampone. Ma a far scatenare il putiferio e la paura è anche un secondo caso, legato a doppio filo con la città di Torre Annunziata. Si tratta infatti della moglie di un dipendente comunale di Palazzo Criscuolo. La donna, residente a Torre del Greco, è risultata positiva al tampone e la notizia ha suscitato polemiche nella casa comunale oltre che paura tra i colleghi dell’uomo. Il dipendente da pochi giorni – secondo quanto fanno sapere dal Comune – mancava dal posto di lavoro ma non si era messo in quarantena.
«Il protocollo dell’Asl Napoli 3 Sud – spiega il sindaco Vicenzo Ascione – esclude il test con il tampone per i familiari della donna contagiata, in quanto asintomatici. Stesso discorso per le persone entrate a stretto contatto con il dipendente comunale. I familiari verranno messi in quarantena obbligatoria e monitorati per 14 giorni». Ma c’è anche un’altra emergenza che il sindaco deve affrontare: la tensione in municipio tra i suoi dipendenti.
La notizia che la moglie del comunale è risultata positiva al tampone ha fatto scatenare il putiferio. «E’ stata effettuata la sanificazione degli uffici comunali – continua Ascione – la situazione è sotto controllo». Ieri mattina il sindaco ha firmato un decreto con cui ha disposto, per due giorni, la chiusura degli uffici Anagrafe, Stato Civile, Elettorale, Statistica, Notifica, Pubblica Istruzione, Biblioteca Comunale per completare la sanificazione; gli uffici riapriranno giovedì.
Ma forse è già tardi. «Perchè non siamo stati avvertiti in tempo, perchè non ci è stata data la possibilità di lavorare da casa visto che tutti sapevano? Fino a ieri mattina eravamo in ufficio a lavorare e poi in mattinata ha firmato l’ordinanza, assurdo». Un clima in cui i dipendenti accusano il sindaco di superficialità, superficialità che potrebbe costare cara. Ed è così che è iniziata anche la grande fuga: c’è chi ha presentato la domanda di ferie e chi invece resta a lavoro, ma tra mille polemiche. C’è chi si chiede «perché non si era provveduto già lunedì a chiudere gli uffici, come è stato fatto al Tribunale visto che i due casi sono collegati».
Nei giorni scorsi era stata firmata già un’ordinanza dal sindaco che autorizzava i dipendenti a lavorare in modalità agile, in smart working, ovvero lavorare da casa per evitare contatti e assembramenti negli uffici, ma non era entrata in vigore in tutti i settori nonostante sulla carta lo fosse. Il timore è che quell’uomo possa così aver alimentato il focolaio del contagio. Un incubo che però si sta vivendo anche nei corridoi del palazzo di giustizia. Qui lavora il figlio della donna, un dipendente del Tribunale di Torre Annunziata. Altra tegola. La notizia, diffussasi domenica sera, ha infatti, in via cautelativa, spinto il presidente Luisa Liguoro a chiudere l’intero piano della cancelleria dove l’uomo è attualmente in servizio. Anche lui da lunedì è in quarantena, ma non presenta alcun sintomo e sopratutto ha dichiarato di non aver avuto contatti recenti con i genitori, anche perchè vivono in appartamenti diversi. Ma non è escluso che possa comunque essere sottoposto al tampone nelle prossime ore.
Intanto spunta una indiscrezione che potrebbe essere legata alla vicenda: i suoceri del dipendente comunale sono morti due settimane fa, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Le cause del decesso sarebbero legate a una polmonite ma, nonostante i sospetti, a nessuno dei due è stato effettuato un tampone post-mortem. Un dettaglio che per ora è stato solo fatto presente ai medici dell’Asl, ma che alimenta altri dubbi. Insomma una situazione che lascia molti punti bui. Anche il Pd ha chiesto chiarezza al sindaco sulla gestione dell’emergenza e sul rischio che troppa superficialità possa far aumentare il rischio in città di contagi. Sui social intanto scoppia invece la rabbia di chi posta le foto di gente in fila davanti all’ufficio postale, o di chi invece si intrattiene tranqullamente sulle panchine a chiacchierare. Ancora in tanti in strada, insomma, e poche le denunce.
Da ieri mattina invece la ditta “Soft-In” specializzata in lavori di tappezzeria, considerata la grave emergenza sanitaria e la difficoltà dei cittadini nel reperire l’ausilio di protezione personale, si sta dedicando anche all’attività di produzione delle mascherine e ne ha donato al sindaco Vincenzo Ascione cinquanta da distribuire ai dipendenti comunali