«Sarebbe stato il nostro periodo più florido dopo tre mesi storicamente difficili perché ricadono in quello che per noi rappresenta il periodo di bassa stagione turistica. Invece, siamo qui praticamente chiusi, senza presenze in città, a cercare di capire quale sarà il nostro futuro. Al momento non abbiamo alcuna risposta e dal commissario prefettizio di Pompei abbiamo avuto informazioni soltanto parziali. Ci aspettavamo immediatamente la sospensione dei tributi per poter ricominciare a respirare ».
E’ l’analisi di Rosita Matrone, presidente di Federalberghi, tra i primi albergatori a scrivere e a incontrare a Palazzo de Fusco il commissario nominato dalla Prefettura dopo la sfiducia all’ex sindaco Amitrano, Santi Giuffrè. «Ho chiesto quasi immediatamente delle agevolazioni per le strutture ricettive – continua Matrone, da sempre in prima linea a difesa degli operatori -. Pompei è una città che vive di turismo e ora è al collasso. Pertanto ho chiesto la sospensione di Tari, Imu e tassa di soggiorno, per quest’ultima il provvedimento è stato immediato. Sugli altri argomenti attendo ancora una risposta che m’aspettavo fosse più celere, alla luce delle emergenze da fronteggiare, tra cui quelle che sono le spese primarie.
La ripresa sarà durissima, soprattutto se non ci ritroveremo dalla nostra parte, a sostenerci naturalmente, le istituzioni. Viviamo una situazione paradossale, forse mai vissuta prima, senza alcuna certezza per il futuro. E’ come vivere nell’oblio tra paure e preoccupazioni anche comprensibili. Non soltanto per la nostra salute, ma anche per l’economia del Paese». Rosita Matrone ricorda che il turismo a Pompei sarebbe ripartito proprio da marzo, quando in città arrivano migliaia di studenti per la visita agli Scavi: «Ovviamente c’erano intere scolaresche in viaggio di istruzione, i primi movimenti di turismo religioso, Pasqua e altre iniziative varie. Invece ci siamo ritrovati a non poter assumere nuovi collaboratori e col personale a casa tra ferie e permessi. Un incubo dal quale speriamo di svegliarci presto, in fretta».
A Pompei i numeri sono terribili. Migliaia di cancellazioni, città deserta, Scavi e Santuario chiusi al pubblico. «E’ stata una debacle, è chiaro che viviamo un momento drammatico – aggiunge Matrone -. D’altronde nei mesi scorsi, anche alla luce di una pianificazione, ci sono state tante strutture che hanno assicurato anche lavori di riqualificazione in vista dell’alta stagione. Ci ritroviamo così beffati, nessuno poteva aspettarsi una mazzata del genere». In più c’è il dramma Booking e dei portali che fanno da intermediari con le strutture ricettive. «E’ paradossale anche questo – sottolinea il numero uno di Fedaralberghi Pompei, a febbraio in prima linea anche alla Borsa internazionale di turismo a Milano -.
Il Governo non ci obbliga alla restituzione delle caparre ai clienti, trasformandoli in voucher spendibili nell’arco di dodici mesi, mentre Booking in automatico procede coi versamenti, addebitandoli poi a noi. Per questo è stato diffidato, ma il danno è ormai già stato fatto. Che dire, ci aspettiamo ora almeno degli aiuti dal commissario, visto che gestisce il Comune i tributi locali. Dal Governo abbiamo appreso con entusiasmo la notizia dell’allungamento della disoccupazione degli stagionali ora a spasso»