Suonano e cantano insieme, ma a distanza. La band pop-punk di Pompei, The Shak & Speares, il cui nome richiama il drammaturgo inglese, ha improvvisato un mini-concerto sui social per annientare la noia del Covid-19 e intrattenere i fan ai tempi della quarantena. Due minuti di musica come evasione e condivisione per dimenticare anche le ansie e le preoccupazioni che s’intrecciano con la diffusione del virus partito da Wuhan e che sta uccidendo anche in Italia.
Al, Louis, Cep e Max – nome d’arte dei quattro artisti pompeiani – hanno così voluto cantare uno dei loro pezzi più amati in streaming. Rigorosamente in inglese. «Stay foolish, stay groupie» al tempo del Coronavirus è diventato «Stay foolish, stay a casa». «E’ stato fortissimo – confessa Max, musicista di 39 anni di Pompei che suona il clarinetto -. Abbiamo pensato di cantare una canzone del nostro repertorio live, sui social, per intrattenere i nostri fan. Tra l’altro è un brano che loro conoscono bene, perché alla fine del concerto prevede che possano salire sul palcoscenico per intonare il coro. Per noi è un inno alla libertà che oggi ha ancora più un senso e un suo valore visti i tempi difficili che stiamo vivendo. E’ stato un appello anche per i giovani, “bombardati” da notizie che possono creare anche delle ansie.
Credo siamo riusciti nel nostro intento, è stato sicuramente un momento di gioia per fermare il terrore». Per Max è giusto fare «prevenzione e restare in casa, ma la musica può essere anche condivisione e lavoro di squadra. Siamo tornati a sentirci una band, visto il momento di stop legato alle misure restrittive imposte dal Governo. Grazie tutti i nostri amici che hanno reso possibile questo piccolo ma doveroso contributo. Grazie soprattutto a te, che sicuramente hai cantato con noi. Non dimenticare mai di ondeggiare». L’esibizione della band è diventata immediatamente virale. Tantissimi i commenti dei cittadini che sono riusciti a cantare a squarciagola – ognuno dalle proprie case – insieme agli artisti di Pompei. Tra cui una mamma che ha visto suo figlio urlare davanti al monitor con tanto di tamburello. «Siamo felici di tutto questo, ma difficilmente riusciremo a proporre nuovi appuntamenti.
E’ stata un’improvvisata, un momento di gioia per non sentirci soli. Ora speriamo che tutto questo passi in fretta così torneremo a cantare insieme e a esibirci. Ammetto che è difficile restare in casa, anche se naturalmente lo rispettiamo, ma almeno la musica può regalarci delle emozioni e distrarre». Il gruppo The Shak & Speares nasce nel novembre 2010 nella Marlowe’s House, una generosa stamberga persa nelle campagne vesuviane. Tutti partoriti in casa i fratellini Marlowe, non di sangue ma legati artisticamente, sparati fuori dall’energia della musica che smuove l’anima. Debuttano come spalla degli Orange e dopo appena due mesi e una dozzina di concerti, il 9 luglio 2011, calcano il main-stage del Neapolis Festival con Skunk Anansie, Mogwai e Architecture In Helsinki.
Comincia così la collaborazione con la Freak House Records e con la Happy Mopy Records, collaborazione che porterà alla registrazione, presso il Mono Studio di Milano e con la partnership del SAE Institute, di GAGSTER (Mirko Iapicca e Matteo De Marinis – Artist Pruducer, Head Engineer) primo disco dei The Shak & Speares, missato da Ercole Longobardi e masterizzato da Francesco Fontanella. A riscaldare l’attesa del loro debut-album (21 gennaio 2013), saranno 3 videoclip cui ne seguono altri due subito dopo l’uscita dell’album, tutti prodotti con il videomaker Michele Pesce. Il primo, “Zoolander”, viene lanciato in anteprima nazionale dalla rivista on-line Rolling Stone. L’intenso tour promozionale li vede suonare in tutti i club più cool italiani. A chiudere in bellezza il tour tre tappe anche in quel di Londra. La storia di Veronica Una giovane produttrice e cantante di Boscoreale in America per motivi di lavoro. In quarantena lontana dalla sua famiglia.