Ogni sera, dopo le 19, spunta fuori dal bosco delle colline di Vico Equense e raggiunge la casa dei suoi amici. Pochi istanti, giusto il tempo di avvicinarsi alla finestra che dà sul giardino. Poi si arrampica e bussa con forza fino a quando Kimba, una piccola gattina, non si affaccia in compagnia di Sergio, il capofamiglia. Ed è qui che inizia la favola. Lei si chiama Lula, è una volpe femmina estremamente intelligente che oggi, ai tempi dell’emergenza Covid 19, diventa il simbolo di una storia incredibile. Roba da Walt Disney. «Sembra quasi che viene a controllare che tutto va bene. Come se volesse dirci “non uscite, restate in casa”. Ci piace credere che sia così» dice con un filo di emozione proprio Sergio che assieme alla moglie, ai due figli e alla suocera, sono gli spettatori privilegiati di una piccola magia, che fronteggia l’incubo del contagio.
Il legame tra Lula e Kimba è fortissimo tant’è che spesso amano anche mangiare e giocare assieme. Ovviamente senza esagerare. Pare un libro scritto da Antoine de Saint-Exupéry. Invece no, è tutto straordinariamente vero per lo stupore di tanti, a partire dal presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d’Esposito. Ma come nasce l’amicizia tra i due animali? Lula, da cucciola, ha scoperto che fuori alla terrazza di una casa, nella zona alta di Vico Equense, c’era la ciotola con i croccantini del gatto. «Ha iniziato a rubare cibo» sorride Sergio. Passano pochi giorni e la volpe familiarizza con Kimba. Ed anche qui spuntano dettagli da brividi: la micia fu rinvenuta in una fabbrica di caffè. Era pelle e ossa, sporca di grasso e con mezza coda tranciata perché si infilò nel motore di un camion dove si era ficcata per ripararsi dal freddo. Lula e Kimba, praticamente cresciute insieme, ora sono inseparabili. O meglio, stanno in società, proprio come cantava Bennato.
Ogni sera la volpe bussa alla finestra della terrazza finché la gattina che vive in casa non esce. E se la sera Sergio e i suoi parenti rincasano tardi, Kimba li accoglie soffiando. Protesta, li redarguisce, per non averle permesso di uscire a giocare con la sua “amica” visto che nessuno le ha aperto la porta che la separa da Lula. C’è di più. Anche Lula non gradisce l’assenza in casa di Sergio e dei parenti. «Quando torniamo tardi ci aspetta ai margini del bosco, nel buio. Comincia a muoversi solo dopo che abbiamo parcheggiato l’auto nel viale. Viene ogni sera. Tranne quando ci sono temporali, in tal caso arriva all’alba del giorno dopo» racconta Sergio. Lula non disdegna bocconi di cibo (carne bianca, frutta e bacche) che recupera fin dentro casa evitando sempre di farsi toccare. «Non si dovrebbe mai tentare di domesticare una volpe né sottrarla alla sua vita selvatica o indurre abitudini non consone per la specie – racconta d’Esposito – Ma stavolta pare che Lula abbia fatto tutto da sola».
Avere una “casa” a cui bussare, per Lula, è stato provvidenziale quando la sera di un’estate fa si è presentata zoppicante, forse vittima di qualche trappola piazzata dai bracconieri nel bosco o per un urto da autoveicolo. Dai video ripresi col cellulare e dall’analisi delle immagini sottoposte ai veterinari del Wwf si è compreso che non vi erano fratture. Si è deciso così di somministrarle una cura di antibiotici per fermare eventuali infezioni con pastiglie nascoste nel cibo: la cura, fortunatamente, ha funzionato. Le volpi sono schive, diffidenti e perciò quel che avviene a casa di Sergio è assolutamente affascinante. «La nostra quarantena è più leggera con Lula – chiosa Sergio – Magari tra qualche mese busserà alla porta e ci porterà un regalo. D’altronde la stagione della riproduzione è alle porte».