Otto pazienti sono ricoverati in pronto soccorso. Hanno paura, lo sguardo smarrito, aspettano con ansia il risultato dei tamponi. Che tarda ad arrivare mentre le lancette scorrono. Anche se qui, al Covid hospital di Boscotrecase, il tempo sembra essersi fermato. E’ sospeso e astratto. Quasi immobile. Come quei 14 lettini in pronto soccorso. Sono tutti messi in fila. Freddi e regolari. “Da ieri disposti pure a distanza di sicurezza” svela un infermiere che lavora al Covid hospital di Via Lenze. E’ questa infatti l’ultima regola imposta dalla direzione sanitaria nella guerra senza armi combattuta dai medici contro il Coronavirus. Un nemico invisibile e letale che, nella trincea di Boscotrecase, ogni giorno si fronteggia anche così. Distanziando quei lettini di almeno un metro. “I posti sono quattordici” prosegue l’infermiere che lotta senza armi “ma l’ospedale sta adottando tutte le misure per evitare il rischio di contagi interni”. E’ per questo che i pazienti restano lontani. L’uno dall’altro. L’ultima regola vuole evitare inoltre la contemporanea presenza di nove ricoverati all’interno del pronto soccorso. Due nuovi potenziali contagiati arriveranno a breve. Gli altri, nel frattempo, restano in attesa dei tamponi. E sperano. Fra loro c’è chi verrà immediatamente trasferito al terzo piano dove adesso, al posto della cardiologia e della sala operatoria, c’è un reparto di terapia intensiva. “E’ quello che sta lavorando a pieno regime” racconta un secondo infermiere. Da ieri il reparto – qui sono 20 i posti letto – ha iniziato a funzionare con maggiore regolarità. Anche grazie all’implemento di un personale che però resta in affanno. Oltre a 13 nuovi infermieri, sono stati reclutati altri pneumologi e anestesisti.
I primi sono stati dirottati a Boscotrecase dal secondo presidio anti-Covid di Pollena Trocchia. Una scelta assunta dalla direzione strategica Asl Napoli 3 Sud per dare aiuto a medici ormai stremati e impauriti. “La mia vita, da quindici giorni, è stravolta. Non vedo più mia moglie, il mio bambino. Pensate è appena nato. Giovedì era la Festa del papà e non ho potuto stringerlo tra le mie braccia. Sì, lo confesso. Ieri ho pianto” rivela con un filo di voce, che tradisce ancora il dolore, un medico di Boscotrecase.
Oggi trasformato in una sorta di novello eroe. Anche lui indossa una maschera. Ma è bagnata dalle lacrime. “Per valutare l’efficacia delle ultime misure assunte dalla direzione – sottolinea uno dei due anestesisti che lavorano in terapia intensiva – occorrerà attendere almeno il 25 marzo”. Una data fatidica, cerchiata col rosso. Potrebbe essere il primo picco. Da ieri, presso il Covid hospital di Boscotrecase, è in funzione un sistema di sanificazione robotico. “Nel corso di questa settimana – fa sapere l’Asl Napoli 3 Sud con una nota ufficiale – la nuova tecnologia sarà disponibile anche presso gli altri ospedali con pronto soccorso: Castellammare, Nola, Torre del Greco, Sorrento”.
Si tratta di sei sistemi robotici con tecnologia no-touch in grado di disinfettare gli ambienti ospedalieri e le tendostrutture in otto minuti. I robot sono stati prodotti negli Stati Uniti. Da oggi, invece, anche all’ospedale di Boscotrecase partirà la sperimentazione del “Tocilizumab”. Ovvero il farmaco biologico contro l’artrite che potrebbe aiutare i medici nella lotta al Coronavirus.