Una lettera struggente, drammatica, piena d’amore per la sua Vico Equense che ha lasciato una ventina d’anni fa per cercare fortuna al Nord. Parole forti, di grande dolore, ma anche amore viscerale per la sua terra natia: «Non uscite di casa, qui si muore ogni giorno». Francesco Zurolo è un imprenditore che alle porte di Bergamo, a San Pellegrino Terme, gestisce un’oasi del gusto, un punto d’eccellenza, dolce e salato. E che purtroppo sta conoscendo l’aggressività letale del coronavirus. «Ho perso tanti amici» dice con le lacrime agli occhi al sindaco della sua Vico Equense, Andrea Buonocore, che oggi più di prima invita la sua gente a restare a casa. Soprattutto dopo il primo contagiato, fortunatamente non ospedalizzato. Zurolo, forte di un diploma all’istituto alberghiero di Vico Equense, con determinazione, coraggio e umiltà è riuscito a formarsi e crescere. Un pioniere, un personaggio capace di esportare in Lombardia – focolaio del Covid 19 – i valori morali e gastronomici della città, della penisola sorrentina. E, come recita la sua biografia sul sito della propria impresa, è anche un docente dell’istituto alberghiero di San Pellegrino Terme dove trasmette ai suoi allievi la passione che da sempre lo accompagna. Non solo, collabora con associazioni di categoria, è consulente di cucina, giudice di gare di cucina e pasticceria. Ma ora i pensieri sono altri. Sono quelli legati alla necessità di sconfiggere una volta per tutte il coronavirus che gli ha strappato via tanti volti amici. «A Bergamo ormai è un lazzaretto – racconta Zurolo nella sua lettera inviata a Buonocore – Viviamo in uno strazio senza fine ormai da un mese, ho perso 30 amici, l’ultimo qualche ora fa, per quel che so». Ecco perché viene ancora una volta l’obbligo sanitario e morale di rispettare le regole e le prescrizioni imposte dal governo: «Non si faccia e non fate l’errore voi primi cittadini di sottovalutare questo nemico subdolo che colpisce tutti! Non si riesce nemmeno più a sapere dove vengono portati i malati e soprattutto non si riesce nemmeno a dargli l’ultimo saluto, l’altra sera è dovuto intervenire l’esercito per portare via le salme su camion militari. Che tristezza e rabbia a non poter far niente». Zurolo riflette anche sull’esodo verso Sud degli ultimi giorni. Una querelle che alimenta tensione perché il sospetto – come anche rilevato dai vertici dell’Iss e della protezione civile – è che si possa diffondere ulteriormente il contagio. «Tutte queste persone che sono arrivate dal Nord sono purtroppo dei pericoli che portano con se morte – scrive ancora l’imprenditore di Vico Equense nel messaggio rivolto a Buonocore – Chiudete tutto e non commettete l’errore dei due comuni bergamaschi che non l’hanno fatto e adesso contano morti». Spunta anche una confessione strappata al sindaco: «Mi creda, la mia famiglia è li e la mia paura più grande è che viviate quello che stiamo vivendo noi qui. Sono e sarò sempre un suo estimatore per quello che ha fatto per la mia Vico Equense. Un abbraccio virtuale con le lacrime agli occhi».
CRONACA
25 marzo 2020
La lettera struggente del pasticciere di Vico: «A Bergamo ho perso 30 amici, non uscite»