I pazienti ricoverati a causa del Coronavirus sono 41, tra questi in 7 hanno bisogno di una macchina per respirare. Restando così attaccati alla vita. Sono invece 34 a occupare un posto letto nel reparto di terapia sub intensiva. Tra loro c’è chi, adesso, sta vincendo la battaglia contro la pandemia. «Undici persone contagiate stanno meglio» fanno infatti sapere dall’ospedale in guerra «e, probabilmente, la settimana prossima lasceranno la struttura». Oggi, i medici cercheranno di estubare altri due pazienti per i quali si evidenziano progressi.E’ questo il bollettino registrato ieri al fronte del Covid hospital di Boscotrecase. Ovvero il presidio sanitario dell’Asl Napoli 3 Sud che, tra luci e ombre, coi suoi medici e infermieri è in trincea da 11 giorni per combattere un nemico invisibile ma letale. Quel virus che qui, nell’ospedale in prima linea, ha già fatto cinque morti. Un’enormità. Triste e angosciante. Per frenare la drammatica escalation, l’ospedale ha rinforzato il proprio organico. Facendo addirittura ricorso alla Germania del “sergente” Merkel. Quattro sanitari tedeschi, due rianimatori esperti e due infermieri, da ieri affiancano i 23 medici in trincea di Boscotrecase. I medici stranieri sono stati assegnati alla struttura grazie all’interessamento della Protezione Civile Nazionale. Ma i quattro professionisti tedeschi sono ancora alla ricerca di un posto dove dormire. «Facciamo appello alla grande generosità di chi possiede case, B&B oppure alberghi disponibili a Boscotrecase o nei paesi limitrofi» commenta il sindaco Pietro Carotenuto. Il primo cittadino di Boscotrecase, in collaborazione con i due medici del consultorio familiare di Torre Annunziata – i dottori Angelica Di Sarno e Franco Matrone – ha appena consegnato 400 tute anti-contagio donate dall’azenda “Rea Srl” al personale sanitario. «Dire che qui va tutto bene non corrisponde alla verità, ci sono ancora tanti problemi» prosegue il sindaco «ma registriamo miglioramenti giorno dopo giorno. Ora serve unità di intenti, senza alcuna contrapposizione». Luci e ombre, dunque, restano. E infatti il Covid hospital, sempre ieri, ha aperto le sue porte ai Nas. Gli uomini del Nucleo speciale dei carabinieri sono piombati in corsia, setacciando l’ospedale dopo l’apertura di un’inchiesta ad opera della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. I magistrati ora vogliono vederci chiaro. Capire se le denunce di medici e infermieri, che continuano a lamentare l’assenza di adeguati dispositivi di protezione, siano o meno fondate. E’ per questo che i carabinieri hanno ispezionato l’ospedale. Frugato tra le carte, acquisito la prima documentazione utile alle indagini. «Stiamo garantendo 150 kit al giorno» ha risposto loro il direttore sanitario dell’Asl Napoli 3 Sud Gaetano D’Onofrio «ma le scorte sono insufficienti. Riusciamo a programmare ricambi di tute, guanti e mascherine fino a tre giorni. Attualmente, la programmazione non può purtroppo essere su base settimanale. E’ un problema di carattere mondiale».Ad appesantire l’ultimo bollettino in chiaroscuro è poi lo straziante grido di dolore di un politico. E’ l’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Torre del Greco, Enrico Pensati, parente di due vittime del Coronavirus. L’assessore, ieri, ha duramente attaccato il Covid hospital vesuviano: «Non c’è limite al peggio. Mentre ancora piangiamo i nostri morti, c’è chi ha avuto la faccia tosta di decantare fantomatici traguardi raggiunti e adeguati livelli di assistenza garantiti. I fatti dicono altro, all’ospedale di Boscotrecase ci sono stati cinque decessi in otto giorni». E ancora: «Non si conoscono le terapie praticate e neanche l’orario della morte. E l’orrore termina con la ovvia impossibilità dei familiari di poter rendere omaggio alle salme dei propri cari».
Boscotrecase, CRONACA
27 marzo 2020
A Boscotrecase medici in aiuto dalla Germania, cure efficaci per 11 pazienti