«In sette giorni abbiamo riconvertito un ospedale destinandolo a punto Covid, sistemando nei letti persone ammalate che altrimenti avrebbero rischiato di essere curate sui pavimenti». Savio Marziani è il coordinatore dell’emergenza Virus dell’Asl Na 3 Sud.
Ex direttore sanitario dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, ora nella cabina di regia dell’azienda sanitaria locale e alla guida del Covid Hospital di Boscotrecase, è conosciuto per la sua capacità di “fare”.
Una persona risoluta e determinata, che ama stare in prima linea quando bisogna affrontare i problemi. E ora che di fronte c’è un’emergenza di portata storica, il direttore generale dell’Asl Na 3 Sud Gennaro Sosto ha deciso di affidargli il coordinamento delle operazioni nella trincea dell’area vesuviana. «Dobbiamo salvare quante più vite umane possibili», dice senza mezzi termini. «Sicuramente quello di Boscotrecase era un ospedale con grandi limiti, con gravi criticità, con enormi problematiche – continua – Ma dopo aver formato la squadra, la direzione strategica si è attivata senza sosta per recuperare tutto il necessario tra macchinari, apparecchiature e farmaci».
E adesso è un ospedale pronto?
«Adesso è un ospedale che offre una speranza, che non è poco considerando da dove siamo partiti».
Non è stata una scelta azzardata quella di puntare su Boscotrecase?
«L’alternativa era assistere le persone sui pavimenti oppure farle morire per strada. Insomma, non c’era un’alternativa. Tenga presente che appena abbiamo aperto ci siamo ritrovati 30 pazienti fuori alla porta. All’inizio gli abbiamo offerto un letto qualificato, che poi si è trasformato in assistenza e ora in Rianimazione. C’è altro da fare, ma di sicuro la fase di emergenza iniziale è superata».
Oggi cos’è il Covid Hospital di Boscotrecase?
«Un ospedale equilibrato, dove scarseggia quello che scarseggia in tutta Europa: in particolare i dispositivi di sicurezza. Però è anche giusto sottolineare cosa c’è».
Prego.
«Ci sono 30 posti letto per i malati di Covid e 10 di terapia intensiva. A breve apriremo anche un nuovo reparto per ospitare altre 20 persone che sono in via di guarigione».
E’ necessario creare questo reparto?
«Sì, perché ci permetterà di recuperare posti letto in subintensiva. Le persone che sono in via di guarigione sono asintomatici che non possono tornare a casa, altrimenti rischierebbero di contagiare gli altri e quindi devono fare una degenza in ospedale. Nel reparto ci saranno medici, infermieri e operatori socio sanitari che li monitorano per verificare eventuali ricadute».
Alla fine potrebbe venir fuori un ospedale migliore.
«Il programma è proprio questo. Vogliamo migliorarlo tantissimo e quando finirà questa emergenza Boscotrecase avrà una vera Rianimazione».
Nel frattempo come saranno gestiti i trasferimenti dagli altri presidi dell’Asl Na 3 Sud?
«Il lavoro principale sarà svolto con Castellammare e Nola, anche per una questione logistica. A Boscotrecase arriveranno i pazienti positivi, ma è fondamentale che tutti i presidi mantengano una disponibilità di posti per gli infetti perché purtroppo siamo davanti a una malattia complessa».
In che senso?
«Purtroppo i tempi di guarigione sono lunghi, si può arrivare a degenze di un mese e quindi occupando i posti disponibili l’ospedale va inevitabilmente a riempirsi».
Come garantite la sicurezza degli operatori?
«Abbiamo iniziato con i test sierologici per verificare se ci sono sospetti casi positivi, anticipando i tempi dei tamponi. Uno screening che ci consentirà di monitorare tutto il personale e a questo vanno aggiunti i percorsi stabiliti per garantire la tutela della salute degli operatori».