Aspettando i famosi “aiuti” promessi per imprese, lavoratori e famiglie, nell’economia reale spazzata via dall’effetto Covid-19 si fa spazio un altro virus pericoloso e letale: quello dell’usura. Un male che strozza il respiro degli imprenditori e che lentamente, giorno dopo giorno, rata dopo rata, interesse dopo interesse, si porta via tutto: la casa, i risparmi, la vita. Eppure, per curare questo male, un vaccino ci sarebbe. Basterebbe – come chiedono le imprese – bloccare i pagamenti, rendere più agevoli le richieste di prestito, creare dei fondi di garanzia per salvaguardare la sicurezza di chi oggi è obbligato a non lavorare. Il rischio è reale, fondato, concreto.
E lo sanno bene anche nelle stanze del Governo. Ieri il Ministero dell’Interno ha reso noti i dati sui reati commessi in Italia tra l’1 e il 22 marzo di quest’anno comparandoli a quelli registrati nello stesso periodo del 2019. Il fatto che anche i criminali sono costretti a non uscire di casa ha prodotto l’ovvia diminuzione di praticamente tutti i crimini. Dagli omicidi – calati del 65% – alle violenze sessuali, precipitate del 69%. E ancora si registrano meno furti, meno rapine, meno sequestri, meno reati di stampo mafioso, meno spaccio e meno estorsioni. Ma nel mare magnum di segni meno c’è un “più”. E’ quello che si registra alla voce “usura”. Più 22% rispetto all’anno scorso. E a sentire i continui appelli di imprese, famiglie e commercianti non sono numeri campati in aria, anzi.