«Così come tante imprese hanno deciso di rivoluzionare la propria mission aziendale producendo ad esempio mascherine sopperendo pure a qualche affanno istituzionale nella fornitura, anche noi dovremo cambiare pelle per il turismo. Gli stranieri, per vari motivi, qui non saranno tanti. E bisognerà lavorare sugli italiani».Il sindaco di Meta Giuseppe Tito è anche un imprenditore alberghiero. Dunque conosce al meglio le dinamiche del mercato ricettivo che rappresenta la principale fonte di sostentamento per migliaia di famiglie della penisola sorrentina. Una terra che, a causa della pandemia, sotto il profilo economico ora è letteralmente in ginocchio. «Appena finirà l’emergenza bisognerà rimettersi in moto per ripartire al meglio con coraggio e determinazione – dice Tito – Servirà la capacità di mutare e puntare decisamente sul mercato italiano. Motivo? A maggio o giugno, quando speriamo finisca la fase critica, in Italia si riaprirà mentre altrove ci sarà, come affermano gli esperti, un momento duro. Dunque chiuderemo noi le porte a chi vuole venire in Italia. Ho pesanti dubbi sull’ipotesi che l’indotto possa garantire i livelli occupazionali degli anni precedenti ma urgono impegni precisi a sostegno dell’imprenditoria che superano chiaramente il ruolo del Comune». Il riferimento è al governo. «Esatto – ribatte Tito – Il decreto Cura Italia e tutte le misure sinora adottate sono insufficienti e non consentono di intravedere scenari alquanto fiduciosi per un riscatto. E’ necessario tutelare tutte le categorie, principalmente pure gli stagionali. Mi aspetto coraggio dall’esecutivo centrale e chiedo anche all’Anci di intervenire in misura incisiva, forte, anche dura. Noi sindaci possiamo fare tutto ciò che ci chiedono i cittadini. Ovvero: tagliare imposte e tributi locali. Ma abbiamo mani legate. Ci sono poche risorse. Sto soffrendo tanto anche io». Tito evidenzia che «il grosso spetta al governo. Come ente comunale stiamo approntando anche servizi di assistenza domiciliare, la spesa solidale e altre iniziative di valore. Mi preme sottolineare che alcuni imprenditori di Meta hanno deciso di distribuire generi alimentari a nuclei indigenti. Però, oltre a mangiare, qui c’è bisogno di una traccia netta che possa consentire a tutti di avviare una programmazione per rinascere. Dipende tutto dal nuovo decreto che farà il governo, mi auguro che finalmente sia data voce anche alle piccole realtà locali».
CRONACA
27 marzo 2020
Penisola, turismo ko per Covid. Il sindaco di Meta: «Più aiuti dal governo, punteremo su italiani»