Negozi chiusi, serrande abbassate. I divieti restano operativi almeno fino alla fine di aprile e i commercianti lanciano un grido di dolore. Affari colati a picco, riserve quasi esaurite, ipotesi di rilancio ferme al palo. I commercianti si preparano a presentare il conto al Governo. Lo fa l’Ascom di Torre del Greco, una delle più grandi della provincia di Napoli che chiede una serie di interventi necessari per dare un futuro alle tante attività commerciali di una città già devastata, qualche anno fa, dalla crisi Deiulemar. “A pochi giorni dall’emanazione del decreto Cura Italia, molte aziende restano ancora con il fiato sospeso – dichiara a nome del direttivo Ascom, il presidente Giulio Esposito – Le aziende del settore commercio temono di non poter reggere il colpo per molto, perché credito di imposta, blocco dei mutui e politiche di sostegno al lavoro potrebbero non essere sufficienti e soprattutto non aiutano i commercianti a “portare il piatto a tavola” afferma. ll problema evidenziato dall’Ascom torrese è che sono ancora tantissimi i problemi da risolvere. Istanze e rimostranze che già a due settimane dalla serrata totale, i commercianti cominciano a porre con forza e con preoccupazione: “Ci sono le bollette da pagare, gli affitti da onorare, i fornitori alla porta. Una catena di soggetti che resteranno creditori e che in assenza di entrate, ovvero i consumi dei clienti, rischiano di rimanere all’asciutto. Il tema, quindi, è la mancanza di liquidità che rischia di provocare danni economici e sociali di portata inaspettata” dichiara preoccupato Giulio Esposito. L’unica strada, dunque, resta quella di riuscire a dare una forza economica alle attività commerciali. Anzitutto provando a ridurre i debiti che, nel frattempo, si stanno accumulando. “Serve un’iniezione di liquidità o comunque l’introduzione di misure che possano, da domani, aiutare a risolvere i piccoli problemi quotidiani dei commercianti. Cosi la sezione locale di Ascom Confcommercio, riunita a distanza grazie all’aiuto della tecnologia, ha elaborato una serie di proposte che potrebbero servire ad arginare i danni in questo mom[ento” spiega Esposito. Flat tax, riduzione delle tasse, aiuto per gli affitti dei negozi solo alcune delle situazioni che andrebbero evidenziate. “Nella stessa riunione – spiega Esposito – il direttivo di Ascom si è concentrato sull’elaborazione di una strategia di sviluppo locale per arrivare pronti, il giorno in cui le attività commerciali potranno rialzare la serranda e tornare alla normalità. L’obiettivo sarà ambizioso e necessiterà di un piano di marketing territoriale che vedrà tutti coinvolti”. E chiamate in causa, ovviamente, saranno anche le banche: “Nei prossimi giorni Ascom Torre del Greco darà corso ad una serie di incontri, già programmati, con tutti gli Istituti Bancari che operano sul territorio per concertare i migliori strumenti finanziari utili per la categoria per far fronte a questo difficilissimo momento” conclude il presidente di Ascom Torre del Greco. Pochi chilometri più in là anche l’Ascom di Castellammare lancia le sue proposte all’amministrazione comunale chiedendo “la soppressione, relativamente al periodo obbligatorio di chiusura degli esercizi commerciali, di tutti i tributi comunali strettamente connessi allo svolgimento dell’attività lavorativa, quali TARI, Tosap, ICP, vista l’impossibilità di svolgerla e vista la grave condizione economica e finanziaria generatasi a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia Covid-19” si legge nella nota fatta arrivare al sindaco Gaetano Cimmino dal presidente Johnny De Meo. Una richiesta che fa fare un passo avanti al dibattito che aveva visto il Comune impegnarsi nella sospensione delle tasse. Ora, però, i commercianti chiedono anche un impegno diverso: “Certi che questa nostra richiesta di salvaguardia del tessuto economico e imprenditoriale del territorio comunale, nonché dell’occupazione dipendente derivante, non resterà inascoltata” l’auspicio di Johnny De Meo.Le misure economiche sono state inviate a più livelli istituzionali sono: 1. Concedere a tutti i titolari di partita iva una indennità proporzionata la periodo di chiusura delle attività ed al decremento di fatturato per il periodo, da corrispondere direttamente su conto corrente. 2. Concedere finanziamenti a tasso zero da erogarsi nella misura massima del 30% del fatturato aziendale dell’anno precedente, attraverso procedure semplificate e telematiche, prevedendo possibilità di incrementare la misura se garantiti dai Confidi i cui fondi di garanzia saranno implementati anche dai fondi previsti per la lotteria degli scontrini. 3. Azzerare le commissioni bancarie su operazioni di anticipo fatture. 4. Rinviare tutte le scadenze tributarie, ivi comprese i tributi locali, di 90 giorni con decorrenza dal provvedimento che consentirà la ripresa delle attività. 5. Introdurre per il 2020 una flat tax per tutte le aziende che dimostrino di aver avuto una contrazione di fatturato superiore al 30%. 6. Disporre la “volontarietà” – in luogo della obbligatorietà – del versamento dei contributi previdenziali per l’anno 2020. 7. Prevedere un contributo per il pagamento del canone di locazione dell’immobile presso cui svolge l’attività. 8. Sospendere tutti pagamenti per le utenze relative agli immobili destinati all’attività, con piani di rientro graduale da concordare successivamente alla riapertura delle attività. 9. Prevedere l’integrale detraibilità delle spese sostenute dalle imprese per le consulenze professionali. 10. Prevedere forme di incentivazione fiscale degli acquisti effettuati presso gli esercizi commerciali rispetto alle vendite effettuate on-line.
CRONACA
28 marzo 2020
Ascom, i nove punti per non far morire il commercio