Castellammare di Stabia. Soli, nelle loro case. Lontano dai nipotini dai quali ricevevano un sorriso. Prima erano il punto di riferimento delle famiglie: accompagnare i bambini a scuola, tenerli quando la scuola è stata sospesa, preparare il pranzo, i compiti e fare compagnia loro fino a quando i genitori tornavano da casa. Ora, invece, i nonni da baluardo dell’economia sono diventati anziani troppo spesso dimenticati e isolati. Per alcuni è così: per chi non ha una famiglia, per altri invece, l’amaro negli occhi e nel cuore che li costringe ad accontentarsi di un sorriso attraverso una webcam. Proprio come racconta Salvatore Esposito, un nonno come tanti, ma anche un rappresentante sindacale degli anziani, impegnato in prima linea dalla parte della categoria. «Aiutare i miei figli prima era semplice, ero diventato un punto di riferimento, ma dall’emergenza invece tutto è cambiato». E ancora: «Sono nonno di sette nipoti – spiega Salvatore – e questi giorni sono difficilissimi, mi sembra di vivere in un calvario: non li vedo e non li abbraccio da settimane. Ogni sera mi collego con loro e tramite una videochiamata riesco a sentirli, ad accorciare le distanze, ma non è facile». Un calvario che Salvatore vive come tantissimi altri nonni. Padre di tre figlie e nonno di sette bambini: il più piccolo ha due anni, il più grande appena diciotto «abbiamo perso il contatto umano – continua – e questo fa male, siamo persone che hanno bisogno di abbracciarci, di stringerci, di sorridere, una stretta di mano, una mano sulla spalla, stare in strada e in un circolo a parlare ma tutto questo ora non è possibile». Un doppio dispiacere per nonno Salvatore «ero abituato a stare con loro sempre, e ora, improvvisamente, questo divieto mi fa mancare l’aria». Salvatore è anche un rappresentante sindacale Cisl pensionati e da un mese circa la sede di Castellammare di Stabia che accoglieva decine di anziani è stata chiusa «ci siamo attenuti alle norme – spiega – e prima di abbassare la serranda abbiamo però contatto l’Als 53 per cercare di andare in contro alle esigenze degli anziani sotto l’aspetto sanitario come il problema ticket». Anche Salvatore come gli altri ieri si è recato nell’ufficio postale della sua città per riscuotere la pensione «l’ufficio di riferimento è quello a Ponte Persica e gli anziani non erano molti e in file ordinate – continua – ma il problema reale è nella mancata decisione di molti anziani di aprire un libretto telematico perché c’è ancora l’idea di voler avere i soldi in contanti tra le mani, un adeguamento avrebbe evitato le file e gli assembramenti. D’altronde questo metodo eviterebbe, emergenza Covid-19 a parte, anche truffe agli anziani che ormai sono in aumento». Ma il rappresentante sindacale che rappresenta Spi- Cisl e Uilp-Uil punta l’attenzione anche su un altro aspetto di questa vicenda relativa ai pagamenti «Poste italiane ha disposto la riscossione attraverso un calendario, mentre le Banche hanno invece stabilito che ogni pagamento verrà effettuato il primo aprile, eppure l’ente che eroga i contributi è lo stesso per entrambi, ovvero l’Inps: perché due pesi e due misure diverse». Un interrogativo che però resta, almeno per ora senza una risposta «siamo in un momento di emergenza e ci sono tantissimi anziani che hanno bisogno di aiuti – aggiunge Esposito – a loro voglio rivolgere un appello: cercate di non uscire, restate a casa, evitate ogni uscita che non sia indispensabile, se avete bisogno di aiuto contattate gli enti accreditati, protezione civile, comune e anche noi, ma evitate di uscire: siamo soggetti già deboli, con le nostre patologie e questo virus può diventare devastante per noi, non sottovalutiamo quello che sta accadendo, tutto quello che ci viene consigliato, facciamolo per noi ma soprattutto per i nostri nipoti, i nostri figli, con l’Asl stipuleremo presto un patto per stabilire aiuti concreti». Un appello che fa da eco a quelli che le istituzioni stanno lanciando in questi giorni proprio per prevenire che il numero dei contagiati, soprattutto anziani, aumenti. Un virus che ormai non risparmia più nessuno ma dove vede gli anziani le vittime a più alto rischio di contagio.
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