E’ l’ora delle messe in streaming e delle preghiere su Facebook e Instagram: a Pompei, così come in Italia, è pronta ad arrivare la Pasqua forse più triste. Nei siti religiosi è stata definita la «Chiesa 2.0», quella che s’è ritrovata ad affidarsi ai social per diffondere la parola di Dio in un momento cruciale per l’Italia. Fino a poco tempo fa, il mondo virtuale, quello tanto condannato, era la passione soltanto dei preti giovani, oggi diventa invece una risorsa fondamentale per ogni parrocchia. La settimana santa senza fedeli in chiesa, né nei luoghi di culto, con tanto di stop alle grandi processioni del momento, la si potrà vivere soltanto via web. E anche Pompei, la casa di Maria, sarà costretta a dover rinunciare alla storica via Crucis con centinaia di pellegrini,un momento di preghiera particolarmente sentito. Ma i vertici del Santuario studiano nuove iniziative da mettere in campo. E una nuova proposta è stata lanciata nelle ultimissime ore: “Un Rosario lungo un giorno, tutti i giorni’’. In sostanza è una vera “staffetta di preghiera” quella che lancia la chiesa di Pompei. La proposta ai fedeli, che in questi giorni di isolamento nelle proprie case e di angoscia per i numerosi contagi e morti da Coronavirus, hanno ripreso la pratica della recita del rosario quotidiano come conforto e speranza contro la pandemia, è di assumere l’impegno di unirsi mezz’ora al giorno – ogni giorno -, dalle ore 7 alle ore 22, con la recita del rosario, per impetrare la fine della pandemia di Coronavirus. Un Rosario che riecheggerà per Pompei tutto il giorno, almeno fino alle 22. E’ possibile comunicare l’orario scelto sulla pagina Facebook ufficiale “Pontificio Santuario di Pompei’’, mediante un post specifico dedicato all’iniziativa. Già da alcuni giorni, migliaia di fedeli delle parrocchie della città mariana e di altre città hanno cominciato questa pratica e anche le Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei, fondate proprio dal Beato Bartolo Longo, che hanno “il Rosario per insegna, per difesa, per titolo’’, stanno dando il proprio contributo. La preghiera del santo Rosario, fondamento stesso del Santuario di Pompei, è, come diceva San Pio da Pietrelcina, ‘’arma’’ efficace contro il male. L’idea è quella di sentire nella pratica della recita del rosario quotidiano un conforto e una speranza contro la pandemia. Pompei, alle 12 di ogni giorno, già da tempo, s’affida alla Supplica, la preghiera del mondo. In tanti, affacciati ai balconi, hanno recitato insieme la preghiera alla Vergine, con tanto di applauso finale. Un momento di comunione per dimenticare le sofferenze e gli affanni provocati dalla diffusione del virus, che a Pompei ha già ucciso due persone. «La preghiera deve ora diventare il nostro conforto, la nostra speranza, perché l’emergenza si concluda presto e si ponga fine alle sofferenze. La preghiera deve diventare gratitudine per i medici e sanitari che lavorano senza sosta, e le chiese devono restare aperte per la preghiera personale e la confessione. Invito a recitare da casa la Supplica e il Santo Rosario», ha fatto sapere il Vescovo, monsignor Tommaso Caputo. E ora dal Santuario sono pronti a lanciare nuove iniziative anche in vista della settimana Santa, quando nella chiesa di Pompei – prima dell’emergenza sanitaria – s’affacciavano migliaia di fedeli provenienti da ogni parte del mondo.
CRONACA
28 marzo 2020
Pompei, staffetta del Rosario: in preghiera tutto il giorno contro il Covid-19