Tre morti nelle ultime 48 ore. Sei in un mese e mezzo. E le paure legate alla nascita di un focolaio in città. A Poggiomarino, ventiduemila anime all’ombra del Vesuvio, il panico da contagio scatena ansie e terrore. E’ un piccola comunità, dove i problemi di uno sono i problemi di tutti. Il via vai degli addetti alle pompe funebri, in tuta bianca come i medici dell’Asl e con l’ennesima bara sulle spalle, ha destato più di un sospetto. I decessi si sono verificati tutti all’interno di una casa di riposo del quartiere Fornillo.
Una residenza rinomata che ospita decine di nonnini, tutti ultrasettantenni. Da giorni i carri funebri varcano il cancello, caricano bare e poi lasciano la struttura. Ed è all’ennesimo arrivo in città della macchina dell’azienda funebre del territorio che nel popoloso quartiere che fa da cerniera tra i Comuni di Poggiomarino e Terzigno è scattato l’allarme. La paura è un brivido che corre veloce lungo la schiena. Qui, a Poggiomarino, ci sono già quattro casi accertati di Coronavirus.
Pochi, rispetto ad altre realtà del circondario, ma quanto basta per lanciare la comunità nello sconforto. Non appena l’ultimo carro funebre varca il cancello d’ingresso della struttura, qualcuno chiama i carabinieri. «Qua muoiono tutti, abbiamo paura», dice la voce dall’altra parte del telefono a un appuntato della stazione. Morti sospette che saranno oggetto di ulteriori analisi cliniche da parte delle autorità. Ieri pomeriggio nella casa di riposo per anziani è arrivato anche il medico legale inviato dall’Asl. Sui cadaveri di due anziani morti a poche ore di distanza l’uno dall’altro è stata disposta l’analisi del tampone post-mortem. Le forze dell’ordine, coordinate dal capitano Luigi Cipriano, al momento provano ad allontanare eventuali rischi legati al Coronavirus.
Perché nessuno degli ospiti presentava, fino al decesso, chiari sintomi da infezione. Ma i risultati degli esami effettuati sugli anziani, che arriveranno soltanto tra qualche giorno, faranno definitivamente chiarezza sulla scia di allarmanti decessi che da giorni tengono in ansia un intero quartiere. Gli articoli di giornale che riassumono quanto è accaduto negli ultimi giorni a Sant’Anastasia – anche qui all’interno di una casa di riposo dove i contagiati sono oltre quaranta e i morti otto nelle ultime settimane – non fanno dormire sonni tranquilli a nessuno. Le preoccupazioni legate al fatto che qualcuno degli ospiti possa aver contratto il Coronavirus si toccano con mano. Nel frattempo le forze dell’ordine hanno provveduto a informare la procura della Repubblica di Torre Annunziata che potrebbe anche decidere di disporre ulteriori esami sulle salme dei due anziani che sono morti ieri mattina a poche ore di distanza l’uno dall’altro.
Una situazione potenzialmente esplosiva e che – qualora fossero accertati eventuali contagi, sarà fondamentale capire cosa dicono gli esami dei taponi – potrebbe anche indurre l’azienda sanitaria locale a disporre l’isolamento per gli ospiti e per il personale. Come accaduto nella vicina Sant’Anastasia, dove in pochi giorni i contagiati di Covid-19 sono passati da due (post-mortem) a oltre quaranta, compresi infermieri e operatori socio sanitari della struttura. Una casa di riposo-lazzaretto diventata tristemente famosa per essere diventata un focolaio di nonnini infetti. Dall’inizio della settimana la struttura è stata isolata, messa in quarantena obbligatoria per ordine dell’azienda sanitaria locale. La residenza per anziani di Madonna dell’Arco, a Sant’Anastasia, è da alcuni giorni un ospedale da campo anti-Covid. Gli anziani saranno curati direttamente lì, piuttosto che essere trasferiti in ospedale.
Una scelta dettata dalla carenza di posti letto nei presidi della provincia e dalle enormi difficoltà sorte per autorizzare gli spostamenti. S’è insediata una commissione che gestisca l’emergenza, guidata dal dottor Antonio Coppola, che avrà il compito di coordinare le fasi di guarigione degli anziani ospiti della struttura. Saranno assunti medici e infermieri.
Mentre è stato già chiuso un contratto con un’azienda di pulizia del territorio. Avrà il compito di provvedere alla pulizia e alla sanificazione dei locali, interni ed esterni, per garantire maggiore salubrità. Ieri mattina operai hanno provveduto a sanificare tutta l’area interessata dal focolaio della casa di riposo in via Raimondo Sorrentino. Operai specializzati e uomini della polizia municipale hanno provveduto a ripulire tutte le strade adiacenti alla casa di riposo gestita dai frati e da giorni finita al centro delle polemiche.
Un’iniziativa che però non mette fine al panico da contagio che ormai ha travolto la città di Sant’Anastasia e le altre realtà del circondario, ora pronte a chiudere tutti i collegamenti