A 360 gradi, toccando tutto i temi e gli interrogativi del mondo del calcio in questo periodo di coronavirus. Mauro Balata, presidente della Lega di serie B, si concede a Metropolis.
Presidente, le scriviamodalla Campania, una delle regioni del Sud che teme l’espandersi del contagio da coronavirus. Da uomo di politica sportiva, qual è il messaggio che vuole lanciare a tutti?
«Di restare uniti e a casa per sconfiggere questo terribile virus. Siamo dinanzi a un’emergenza senza precedenti e per sconfiggerla c’è bisogno dell’impegno di tutti, rispettando le disposizioni e le misure di contrasto dettate dal Governo. Tutto questo nella consapevolezza che maggiore sarà il nostro grado di attenzione minore sarà la durata del periodo di emergenza, per essere restituiti alla vita normale e quindi anche per giocare a calcio. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri famigliari e alle migliaia di persone che stanno lavorando e si stanno sacrificando quotidianamente per la nostra salute e la nostra sicurezza. A loro, oggi, va il nostro pensiero e abbraccio».
La Lega di serie B ha subito rispettato le indicazioni governative sul coronavirus. Pensa che la serie A e le coppe europee dovevano fermarsi prima?
«C’è massima attenzione e tutela per i tesserati, per i loro famigliari ma direi più generalmente per tutti nel massimo rispetto, come abbiamo fatto coerentemente efin dall’inizio, delle disposizioni e delle misure di contrasto dettate dal Governo. Di questo ringrazio i club della Serie B che hanno raggiunto un’identità di vedute attraverso il confronto e il dialogo continuo. Tutto questo ha permesso di tenere una rotta sicura e coerente nei nostri comportamenti».
Il calcio ha sostenuto tanto la macchina della solidarietà, ci racconta cosa sta facendo la Lega di B?
«Il grande cuore della Serie B è sempre in prima linea, sia nelle situazioni emergenziali che per i progetti strutturali, e anche questa volta si è mosso velocemente e sinergicamente. Le dirò che in Assemblea non c’è stato nemmeno bisogno di proporre una donazione per l’emergenza del coronavirus che già era nell’animo di tutti i presidenti. In particolare abbiamo deciso di donare venti dispositivi di ventilazione polmonare oppure un valore equivalente ad altrettante strutture scelte dai club, inoltre nell’ambito della nostra campagna B come Bambini da sabato è attiva una raccolta fondi a favore del CNR per la ricerca contro il coronavirus attraverso numero solidale 45587. Senza dimenticare le centinaia di iniziative che le nostre società stanno mettendo in campo nel proprio territorio».
Terminata l’emergenza sanitaria, il calcio dovrà ripartire. Gravina ha dichiarato che farà di tutto per far ripartire la stagione. Qual è la posizione riguardo alla serie B? Crede che ci siano le condizioni per completare il campionato?
«In Assemblea abbiamo all’unanimità concordato che questo campionato vada tutelato nella sua regolarità e nel suo format originario. La volontà è quella di riprendere non appena le autorità pubbliche garantiranno la totale sicurezza, proseguendo anche oltre le date previste. Qui siamo di fronte a un problema imprevedibile e assolutamente violento, e quindi dobbiamo utilizzare strumenti straordinari che da una parte garantiscano la salute di tutti i giocatori, degli staff, dei dipendenti dei club, e dall’altra assicurino la sopravvivenza del sistema Serie B, ma più in generale del sistema calcio italiano».
Ci sono delle ipotesi alternative di cui state discutendo? La B nel corso degli anni ha ridotto in maniera oculata le squadre, c’è il rischio di rivedere la B a 22 o addirittura 24 squadre in caso di classifica cristallizzata con il blocco alle retrocessioni e il via libera alle promozioni dalla C alla B e dalla B alla A?
«La nostra posizione al momento è quella di concludere il campionato; pensare ad altre soluzioni non è solo prematuro visto il periodo di grave emergenza che sta vivendo il Paese, ma anche fantasioso e non rispettoso dei club di calcio e dei loro tifosi. La Federazione che tutela l’intero sistema calcio e che ringraziamo per il lavoro messo in campo ha aperto un tavolo per arrivare a posizioni il più possibile condivise da tutti».
Il presidente Vigorito ha dichiarato che se il suo Benevento non andrà in serie A, è pronto ad uscire dal calcio. Gli sforzi del Benevento, che ha dominato il campionato, non saranno vani?
«Ci auguriamo che presto le misure messe in campo ci consentano di avere una situazione di netto miglioramento e che riusciremo quanto prima a tornare alla normalità. A quel punto potremo tornare in campo e tutelare gli sforzi che ogni club ha compiuto, anche quello del Benevento che sta volando in classifica, grazie alla lungimiranza, passione e alle capacità di un grande presidente. La Lega B sta lavorando senza sosta, con tutto lo staff, in costante contatto con società e atleti, cui abbiamo dato suggerimenti e indicazioni secondo i dettami del governo e della comunità scientifica».
Qual è la stima del danno economico che dovrà affrontare la serie B? Si vocifera di 200 milioni.
«La cifra è senz’altro importante ed è alla base del lavoro che portiamo avanti da giorni e che proseguirà anche nelle prossime settimane sul tavolo della Federazione aperto sul tema emergenza Covid-19. Sono diverse le iniziative che abbiamo messo sul tavolo in questi giorni sia da sottoporre al Governo che da adottare in sede federale, come le scadenze e gli adempimenti Covisoc o l’adeguamento Licenze Nazionali. Tenga conto che il sistema serie B ha un impatto socioeconomico diretto e indiretto come indotto nel sistema Italia, che abbiamo l’onore di rappresentare nella sua totalità, che sfiora il miliardo e mezzo di euro. Siamo il Campionato degli Italiani non solo di nome ma anche nei fatti perché esaltiamo cultura, storia, società ed economia in ogni sua accezione».
La B è il campionato dei giovani italiani, fino a quando il campionato si è disputato è soddisfatto della valorizzazione dei talenti?
«Sono molto contento del percorso di valorizzazione che anche quest’anno la B sta garantendo a tanti giovani che in possono così maturare ed essere lanciati nella serie maggiore. Tanti di questi ragazzi provengono dai settori giovanili: abbiamo parlato prima del Benevento ma non dimentichiamo nella vostra zona anche della Juve Stabia, guidata da imprenditori seri e capaci, in grado di sfornare giovani della primavera e portarli in prima squadra come Esposito e Todisco. Altri arrivano dalle grandi società di Serie A che hanno nella B uno storico punto di riferimento per la crescita e la formazione di alto livello dei propri giocatori. Sono 29 i calciatori di B selezionati in questa stagione dalle under 20 e 21 azzurre e questo è un grande orgoglio per tutti noi. Un esempio? Fabio Maistro della Salernitana di cui si parla un gran bene. Un club quello granata portato avanti dalla sua proprietà con intelligenza e lungimiranza»
L’esperienza Dazn sta funzionando in termini di seguito?
«Siamo molto contenti del nostro percorso con Dazn, che ha creduto in noi sin dall’inizio. Questa partnership rappresenta quella che è l’essenza della B, che è innovazione, anche tecnologica. Possiamo dire di essere stati i primi anche in questo. Inoltre ci riempie di orgoglio essere in onda in un bouquet che contempla le più importanti competizioni internazionali. E anche il pubblico e i tifosi sono con noi dappertutto, in campo, in tv, sui telefonini, negli iPad come nei social. Il Cuore della B è grande e batte con la nostra gente anche in questi momenti difficili»
.La serie B ha colto anche in anticipo l’opportunità degli esports. Come procede questa sperimentazione?
«Mi riallaccio alla domanda precedente sull’innovazione tecnologica. Se non restiamo al passo con i tempi rischiamo di perdere generazioni di tifosi. Lo sbarco sugli esports è stata una conquista di importanza storica per la Serie BKT, un modo per parlare con i più giovani, ma anche poter diffondere il nostro brand in giro per il mondo. E in questo momento di stop di tutte le attività del campionato il torneo BeSport va avanti grazie all’on line. Abbiamo concluso le qualificazioni nello scorso weekend e ora il 9 aprile inizia il campionato. Siamo molto felici della risposta che abbiamo avuto dai tanti giovani che hanno partecipato alla fase preliminare.
Benevento, Juve Stabia e Salernitana, tre squadre campane che hanno in comune l’attaccamento alla maglia, la forte passione dei tifosi. Come pensate d’incentivare questo patrimonio emotivo nell’affrontare la crisi all’orizzonte?
«Queste tre squadre, grazie anche alla loro storia, ai loro presidenti e a tutti coloro che ci lavorano sono un patrimonio dei territori di cui fanno parte. Siamo di nome e di fatto il Campionato degli italiani e la Campania con le sue tre squadre ne è l’esempio tra i più calzanti. Perché il nostro è un modo di fare calcio totalmente integrato con le città, le provincie e la gente. Noi continueremo a insistere su questa prerogativa, sapendo di contare su una comunità molto vicina alla propria squadra e alla propria terra».