Il tormentone “mascherine” dura da quasi 2 mesi e non sembra avviarsi ad una soluzione condivisa. Secondo alcuni il “Governo” avrebbe dovuto da tempo assicurare a tutti i cittadini mascherine monouso (almeno 2-3 al giorno) già da tempo. Qundi, decine di milioni di mascherine ogni giorno !! Forse soluzioni più sostenibili e di buon senso sono opportune. Riporto di seguito la mia modesta opinione, non con le pretese dell’esperto, ma con l’esperienza dell’utente forzato, che tutti i giorni continua ad operare in un Ospedale Oncologico, e quindi deve porsi il problema della sicurezza propria e dei pazienti con cui viene a contatto.
Nelle immagini potete vedere : Dispositivo Facciale con filtro e valvola di espirazione del tipo FFP3
Comune mascherina anti polvere, in materiale sintetico leggero e scarsamente deformabile (A, B, C) Mascherina Chirurgica a doppio velo di carta impermeabile filtrante, comunemente usata in sala operatoria (A, B) Mascherina in materiale plastico impermeabile (cucite da una paziente e donate al nostro reparto) (A, B)
Mascherina in Carta Forno costruita in pochi minuti personalmente dal sottoscritto Le ho indossate e provate tutte. e spero possa interessarvi il risultato della mia esperienza. Ma veniamo al dunque .
La funzione della mascherina come ostacolo al contagio da COVID19 è bidirezionale : Evitare che le secrezioni di chi la indossa possano essere emesse a distanza nell’ambiente in caso di tosse o starnuto, o anche semplicemente durante la normale discussione. Per questo scopo, qualsiasi dispositivo sufficientemente ampio, che copra la parte inferiore del volto, naso compreso, e sia impermeabile può assolvere egregiamente il compito. Non sono necessari dispositivi sofisticati (tipo FFP2 o FFP3) ,
Le cosiddette “mascherine chirurgiche” (utilizzate dai chirurghi che respirano su un’addome aperto) appaiono sicure ed efficaci . Le mascherine antipolvere senza filtri (Fig. 2), per caratteristiche e funzioni sono assimilabili a quelle chirurgiche (Fig. 3), anche se meno ampie e coprenti .
Ora, visto che per strada o in casa o comunque nei rapporti interpersonali quotidiani non siamo a diretto contatto come per un chirurgo con il paziente, è più che sufficiente una mascherina “fatta in casa”. Subito scartiamo le mascherine in materiale plastico sottile (Fig. 4) che aderiscono al volto durante l’inspirazione e danno una sensazione di soffocamento. Sono da escludere anche le mascherine “di stoffa” fatte in casa, in quanto si impregnano delle secrezioni e il lavaggio espone a manipolazioni poco opportune. Il “Monouso” è d’uopo. Certi tipi di carta, come la “carta forno” , leggera, impermeabile ma allo stesso tempo filtrante l’aria e soprattutto che mantiene la forma che le diamo (Fig. 5), sembra più adatta della stoffa e della plastica per lo scopo . Ma vanno bene anche altri tipi di carta similari . Sui social sono facilmente visualizzabili ottimi “tutorial” che mostrano come produrre mascherine “home made”.
2, Evitare l’ inspirazione le secrezioni da un soggetto infetto con tosse, starnuto o durante una discussione ravvicinata. Se un soggetto infetto tossisce in direzione del vostro viso, una mascherina impermeabile di qualsiasi tipo, anche chirurgica o “fatta in casa” consente che le secrezioni non raggiungano la vostra bocca o il naso . Tuttavia attraverso gli spazi laterali tra volto e mascherina, durante l’inspirazione, in teoria potreste attrarre la nebulizzazione che regolarmente si produce nell’aria. Naturalmente se dovesse tossirvi proprio in faccia, togliete subito la mascherina, buttatela e lavate accuratamente mani e indumenti). Tutto questo vale sia per le mascherine di carta chirurgiche che per quelle fatte da se.
Ma, le cosiddette mascherine protettive (per intenderci, del tipo FFP3) sono più sicure per evitare l’inalazione delle nebulizzazioni contenenti il virus?
Alcuni studi in laboratorio mostrano nel caso delle FFP3 una protezione complessiva “reale” che arriva all’ 80 – 95% (quindi non assoluta) nel trattenere Virus e batteri. Tuttavia, questo riguarda il solo filtro nei test di laboratorio e nulla ha a che fare con il reale utilizzo del dispositivo. Infatti per essere realmente “a tenuta” e protettiva contro le nebulizzazioni, una FFP3 dovrebbe essere prfettamente aderente, senza baffi, barba, basette per tutta la durata dell’esposizione. Io ho provato a respirare con una mascherina del genere “a tenuta”. Sembrava di avere una maschera subacquea. Un’esperienza soffocante ed angosciante. Risultato? Subito ti allarghi la mascherina sui lati per far filtrare l’aria e riprendere a respirare, e quindi perdere la funzione particolare della tenuta che le differenzia dalle comuni mascherine chirurgiche (e anche da quelle “fatte in casa”). Poi, c’è anche un “paradosso”. I facciali FFP2 e FFP3 più comuni, hanno il filtro solo in inspirazione. In espirazione, hanno una valvola di espirazione che si apre e lascia passare “tutta l’aria espirata” per non far accumulare secrezioni nella mascherina .
Questo perche le FFP2 –FFP3 sono studiate per proteggere chi le indossa , non chi è a contatto con lui ! Da quanto detto, mi pare logico concludere che il tipo di dispositivo da utilizzare dipende strettamente dal contesto in cui deve essere utilizzato. Non intendo in questa sede discutere sui margini di sicurezza e opportunità dell’uso delle mascherine in ambito professionale sanitario (in PS, in Rianimazione, in Reparto, in Ambulatorio ecc.). L’intento di questa presentazione è puramente “Divulgativa”. Quindi, mi rivolgo alle massaie che vanno a far la spesa o a chi porta a spasso il cane o fa il giro dell’isolato per accompagnare il bambino in un giardino ecc., ecc.
VANNO BENISSIMO LE MASCHERINE FATTE IN CASA, DA UTILIZZARE SOLO PER ALCUNE ORE E QUINDI DA BUTTARE VIA
Non occorre buttarle in contenitori per “Rifiuti Speciali” , a meno che non si sospetti che chi le ha indossate sia infetto. Allora, sotto a dimostrare la Vostra abilità nell’ORIGAMI con la carta forno per produrre le mascherine più estrose e divertenti, con bordi seghettati o ricamati, purchè ampie e coprenti. Da qualche giorno, aziende italiane che producevano pannolini, hanno riconvertito la produzione su mascherine in carta leggera. E’ una soluzione comoda ed economica per chi non ha voglia di prodursele personalmente. Infine, è utile un ulteriore consiglio . Se sappiamo di dover effettuare un’operazione che non ci consente di osservare la distanza di sicurezza, e può esporci al rischio che qualcuno ci tossisca sul volto, oltre alla mascherina è opportuno indossare anche occhiali. Infatti un’altra via di ingresso del Virus sono le congiuntive. Quindi dotiamoci all’occorrenza di ampi occhiali che coprano bene le nostre orbite, che indosseremo quando ad esempio entriamo in un negozio o in un ufficio , a diretto contatto con altre persone. Spero di essere stato utile.
Naturalmente sono le mie personali opinioni, dettate da quello che, per me, deve guidare la nostra vita quotidiana nei prossimi mesi. E proprio per questo, aggiungo : “NON ABBASSATE LA GUARDIA. RESTATE A CASA. USCITE SOLO SE E’ VERAMENTE NECESSARIO”.
Luciano Tarantino, Specialista in Malattie Infettive