Rione Provolera è uno dei vicoli dove la povertà si tocca con mano. I volontari della protezione civile ci passano in continuazione nell’arco di una sola giornata. Portano i pacchi. Dentro c’è pasta, latte, olio, pelate. Prodotti che non sono mai abbastanza per sfamare una famiglia. Tutto finisce in fretta. Troppo. I giovani dell’associazione arrivano nella stradina a stento: il furgoncino è stretto e sono costretti a proseguire a piedi. Tra le mani scatoloni che pesano. Ma la loro forza e la voglia di aiutare chi è solo e in difficoltà è più forte della stanchezza e della paura di un contagio. Anche ieri mattina erano lì, in quel vicolo dove il degrado sociale e strutturale è l’unica parola d’ordine. Consegnavano pacchi a chi ne aveva bisogno. A chi era in quella lista ma c’è chi li ha insultati, aggrediti. «Vogliamo il pacco anche noi, sennò da qua dentro non uscite, vi buchiamo le ruote». E’ stata la minaccia avanzata a quel ragazzo da quell’uomo che poteva essere suo padre. Il volontario lo ha fissato. Dritto nei gli occhi. Non ha reagito ed è andato via. Ha proseguito la consegna mentre nel rione è scattata la rivolta. Sono arrivati anche i carabinieri a scortarli, ma non hanno presentato alcune denuncia «C’è la lotta tra i poveri – ha spiegato l’operatore che ha preferito restare nell’anonimato – è uno scenario da guerra, proviamo ad incassare ma c’è un’aria pesante». Quel ragazzino insieme ai suoi colleghi, che lavorano dalle otto e mezza del mattino fino a sera, senza sosta e gratuitamente, ha continuato il suo percorso nel quartiere, sotto una pioggia di insulti. Poi la consegna a quella famiglia e il grazie arrivato da una bimba «questa è la gratitudine, vedere chi soffre trovare in noi un pizzico di speranza». Intanto sempre nel pomeriggio di ieri un altro episodio di aggressione. Questa volta ad essere aggredito è stato un agente della polizia municipale del comando di piazza Nicotera che si è visto puntare un coltello da un uomo a cui aveva chiesto i documenti. Due episodi che sottolineano senza dubbio lo scenario di una città ormai al collasso. Il degrado sociale dettato, da una parte, dalla disperazione per la fame, e sul fronte opposto, l’insofferenza di chi non vuole stare alle regole e arriva a minacciare persino una divisa che ha come unica colpa quella di aver chiesto il rispetto della legge per tutelare la sua salute. Continua invece il lavoro nell’ufficio delle politiche sociali in via Parini. Un esercito di assistenti sociali, il dirigente Nicola Anaclerio e i volontari sono a lavoro per la distribuzione dei pacchi alimentari ma anche per verificare le quattromila domande complessive per tutti i comuni dell’Ambito 30 Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase, – duemila sono solo quelle di Torre Annunziata – che sono state presentate per il bonus spesa. Ma centinaia sono già state scartate. Il problema sostanziale è nel doppione delle domande presentate «c’è chi l’ha inviata via WhatsApp e chi invece via mail, c’è poi chi non ne ha diritto ma ha provato comunque a fare il furbo – spiega una delle assistenti sociali in trincea – è un lavoro faticoso, così perdiamo più tempo ma non fa niente». Ed è l’assessore alle politiche sociali Martina Nastri invece ad aggiungere «Abbiamo effettuato una prima verifica – dice – e per ora risultano beneficiari circa 750 nuclei familiari ma, ovviamente, si tratta di un dato ancora parziale. Contiamo di riuscire ad ultimare tutte le consegne entro due settimane al massimo, dando priorità a chi ha un reddito pari a 0». «Troppo tardi» replica l’ex sindaco di Boscoreale Gennaro Langella e così scoppia la polemica.
CRONACA
8 aprile 2020
La guerra dei poveri a Torre Annunziata: volontari minacciati per il pacco alimentare