Torre del Greco. «La legge è uguale per tutti», si legge in ogni aula di tribunale d’Italia. Non a palazzo Baronale, la sede istituzionale del Comune. Dove, invece, potrebbe campeggiare la scritta: «Fatta la legge, trovato l’inganno». Così, in piena emergenza epidemiologica e a dispetto del lockdown «ferreo» imposto dal governatore Vincenzo De Luca, il capo dell’assise cittadina Antonio Spierto ha autorizzato la regolare ripresa della riunioni delle commissioni consiliari. In pratica, fine della «quarantena politica» e via libera al ritorno alla caccia ai gettoni da 32,50 euro lordi a presenza.
Il cavillo del decreto
La scelta dell’ex vicesindaco all’epoca di Ciro Borriello parte dalle ulteriori disposizioni attuative firmate lo scorso 10 aprile dal premier Giuseppe Conte in merito alle restrizioni imposte dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria legata al Covid-19. All’interno del provvedimento del presidente del consiglio dei ministri, infatti, viene specificato come possano non essere sospese le attività legate ai lavori degli organi collegiali eletti degli enti locali: una palla presa al balzo dagli stacanovisti del Comune per chiedere la revoca dell’ordine con cui – a metà marzo – era stato disposto lo stop allo svolgimento di tre commissioni consiliari su cinque. Un pressing davanti a cui l’attuale capo dell’assise si è visto costretto – alla luce dei recenti chiarimenti normativi – a sventolare bandiera bianca. Da domani, dunque, tutte le commissioni consiliari – secondo l’apposito calendario stilato dal capitano di lungo corso – si riuniranno a palazzo Baronale ogni giorno, fino a otto sedute al giorno. Con buona pace del rischio contagio legato a eventuali assembramenti – le sedute sono, in teoria, aperte al pubblico – all’interno dei tre locali individuati per lo svolgimento delle riunioni. Un pericolo tenuto in conto da Antonio Spierto, pronto a raccomandare l’adozione di «misure idonee a garantire il rigoroso rispetto del mantenimento di una distanza interpersonale di almeno un metro» e a disporre l’installazione di soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani di politici e visitatori.
Due pesi e due misure
Il «ritorno alla normalità» in municipio potrebbe, tuttavia, scatenare nuove polemiche e veleni. Non solo perché in un momento di emergenza sanitaria le riunioni delle commissioni consiliari – già sostanzialmente inutili, alla luce dei risultati prodotti durante i primi due anni di amministrazione comunale targata Giovanni Palomba, in tempi di pace – comporteranno ulteriori spese per l’ente di palazzo Baronale, ma perché fino a oggi sono state completamente ignorate le richieste di organizzare incontri in videoconferenza per limitare i «contatti». Una crociata portata avanti dal consigliere comunale Romina Stilo – diventata realtà in diverse città della Campania, a partire dalla vicina Torre Annunziata – e rimasta lettera morta, dopo un primo riscontro positivo. A partire da domani, dunque, riprenderà la corsa ai gettoni – la parziale sospensione di marzo aveva consentito al Comune di sborsare «solo» ottomila euro e spiccioli per la casta – e aumenteranno le spese per l’ente di largo Plebiscito. Così, mentre centinaia di commercianti e imprenditori lamentano l’impossibilità di riprendere le proprie attività, a palazzo Baronale – in attesa della fine ufficiale del lockdown – si riprende a «lavorare». Perché, in fondo, la legge non è sempre uguale per tutti. E neanche i soldi pubblici.
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