Se tra qualche mese saremo un po’ più liberi di muoverci in strada, nei negozi o al mare lo dovremo a “Smart Occupancy”. Non è un vaccino o una cura miracolosa contro il Covid, ma una piattaforma digitale che a breve entrerà a far parte delle nostre vite. Un conta-persone per controllare il distanziamento sociale e verificare la temperatura corporea dei cittadini che si trovano in un determinato luogo. Un’idea che non è stata partorita dai geni della Silicon Valley, ma in un ufficio di via Terragneta, nel cuore della periferia depressa di Torre Annunziata. Qui, nel deserto delle aziende chiuse è nata un’eccellenza di spessore mondiale. «Essere napoletani aiuta in questo settore, siamo più flessibili rispetto agli altri», ripete con un sorriso Michele Celone, amministratore delegato della “Mc Sistemi srl”, un’azienda con 7 dipendenti che si occupa di software.
Dottor Celone, come è nato questo progetto?
«Innanzitutto noi abbiamo partecipato allo sviluppo del prodotto assieme alla Checkpoint Sistem, una multinazionale di 20.000 dipendenti. In realtà è un servizio che offrivamo già prima del Covid per monitorare l’afflusso di persone all’interno dei locali per il rispetto delle prescrizioni della Prefettura. Prima del Covid era già usato in diversi paesi del mondo. Un modo per evitare tragedie legate all’ingresso incontrollato di cittadini in un luogo chiuso».
Ma a cosa serve questa piattaforma?
«A contare le persone presenti in un’area di interesse. Come teatri, cinema, locali d’intrattenimento ma anche supermercati, centri commerciali. Gli addetti e gli impiegati potranno monitorare l’accesso attraverso una app e decidere se chiudere o meno le porte per evitare il sovraffollamento».
Potrebbero usarla anche i lidi in vista dell’estate?
«Certo. Magari lo si potrebbe piazzare all’ingresso degli stabilimenti per controllare quanta gente si trova in spiaggia».
Una manna per controllare il distanziamento sociale.
«Sì e senza che venga violata la privacy dei cittadini. Tra le altre misure alle quali stiamo lavorando assieme a Checkpoint Siste ci sono le termo camere per controllare la temperatura dei clienti. E’ uno strumento che tutela anche la salute di chi sta entrando in un determinato luogo. L’idea è quella di offrire un app ai cittadini per fargli sapere quante persone ci sono in quel luogo in un determinato momento».
Si parla tanto di app di tracciamento e altre misure per la “Fase 2”. Da addetto ai lavori non crede che siano in pericolo i dati personali?
«Guardi, capisco che ora è un tema di attualità ma questo dibattito andava aperto 15 anni fa. Noi siamo già controllati. Google sa dove andiamo a cena e se siamo in ritardo per tornare a casa, Facebook sa cosa vogliamo acquistare. E quando indossiamo l’orologio conta-passi stiamo fornendo a terzi informazioni sulla nostra salute fisica. La nostra privacy è già violata da tempo».
La vostra storia dimostra che anche in quest’area della provincia di Napoli può nascere un’eccellenza di livello internazionale.
«Le persone in gamba sono ovunque. Noi lavoriamo con realtà di tutta Europa. Il vero vantaggio che abbiamo è che se cresci in un territorio con poche opportunità sei più flessibile, più capace a semplificare i processi. E forse è questa la nostra vera forza».