Nell’informativa al Senato, il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha rilanciato la questione in apertura di intervento: «In alcune aree del Paese si è verificata un’esplosione incontrollata dei contagi nelle case di cura». E proprio perché resta fondato il timore che il contagio possa colpire le Rsa sinora ufficialmente sfuggite al Covid, si torna a invocare un’accelerata per effettuare test a tappeto. Eppure la situazione appare impantanata. A Torre del Greco è tuttora inevasa la richiesta, datata addirittura fine marzo, del sindaco Giovanni Palomba, che invocava all’Asl Napoli 3 Sud l’esecuzione di tamponi agli ospiti delle strutture. Non solo: è di ieri mattina l’appello scattato dalla penisola sorrentina dove l’associazione dei medici di medicina generale, di propria iniziativa, ha trasmesso all’ufficio igiene e prevenzione dell’azienda sanitaria guidata dal manager Gennaro Sosto la richiesta di approntare una campagna di tamponi per tutti i pazienti ricoverati nelle case di cura. L’istanza riguarda le realtà situate a Sorrento, Sant’Agnello e Piano di Sorrento e va ad affiancarsi all’attività di «screening, attraverso test rapidi per la prevenzione e controllo del contagio nelle Rsa anziani e disabili e per le strutture residenziali pubbliche e private, già in atto compatibilmente con le risorse umane e materiali disponibili». Proprio dalle case per anziani, nei giorni scorsi, era stato diffuso un documento drammatico, sia nei toni sia nei contenuti. I direttori delle strutture dissero chiaro e tondo che mancavano dispositivi di protezione individuali e che per scongiurare pericoli bisognava pensare a test anche per il personale e gli operatori impegnati nell’assistenza ai pazienti. Tra le case di cura finite sotto la lente di ingrandimento dell’Asl Napoli 3 sud, c’è quella di Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana. Un centro riabilitativo tra i più noti dell’hinterland vesuviano, dove lunedì pomeriggio uno dei degenti è risultato positivo al tampone. Un uomo di Palma Campania è stato trasferito all’ospedale di Nola, mentre all’interno del centro di cura sono rimasti medici, operatori sanitari e altri pazienti. Saranno tutti sottoposti a tampone per evitare una rapida diffusione del contagio. Ieri mattina, oltre ai medici dell’Azienda sanitaria locale – che hanno cominciato a effettuare i primi accertamenti sul personale della struttura – alla casa di cura è arrivato anche il primo cittadino Salvatore Di Sarno. «Allo stato attuale non ci sono le condizioni per la messa in quarantena dei dipendenti e dei familiari dei dipendenti – ha spiegato – Negli ultimi 20 giorni per ben due volte mi sono recato di persona con la Polizia Municipale ad effettuare controlli per la verifica del rispetto delle norme di sicurezza Covid all’interno dei reparti della Clinica con un presidio anche esterno». Negli ultimi venti giorni, invece, non si è praticamente mosso nulla all’ombra del Vesuvio. Il sindaco di Torre del Greco, sollecitato dai gestori delle tre case di cura del territorio, aveva invocato tamponi preventivi per i circa 120 anziani-ospiti delle Rsa del territorio. Il primo cittadino aveva incassato l’ok del direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, ma i test a oggi non sono stati effettuati. Alimentando, in una comunità falcidiata da 90 contagi e 19 morti, timori e preoccupazioni. «Sono stato messo al corrente della situazione – spiega Giovanni Palomba -. Se necessario, solleciterò ulteriormente i vertici dell’Asl Napoli 3 Sud: in un momento così delicato, in cui finalmente la curva dei contagi sembra avere preso l’andamento giusto, non possiamo lasciare nulla al caso. E dobbiamo garantire la massima sicurezza alle fasce a rischio, come appunto gli anziani».
CRONACA
22 aprile 2020
Rsa, incubo contagi per gli anziani. Sos dalla penisola sorrentina all’area vesuviana: «Tamponi a tappeto»