Torre del Greco. Il 14 aprile – archiviate le festività di Pasqua – il sindaco Giovanni Palomba annunciò in pompa magna l’avvio della distribuzione dei bonus-spesa per le famiglie in difficoltà economica: «Abbiamo preferito evitare corse, in modo da limitare il pericolo di errori – spiegò il primo cittadino -. Entro 72 ore la società incaricata della consegna provvederà alla distribuzione dei circa 1.700 voucher». Ma, a 10 giorni di distanza, circa 300 famiglie in attesa dei contributi stanziati dal governo restano senza ticket e rischiano di non riuscire a mettere un piatto caldo in tavola. Una vera beffa per chi puntava sul sostegno delle istituzioni per superare la fase critica dell’emergenza sanitaria.
Il corto circuito
Per evitare problemi, la carovana del buongoverno di palazzo Baronale aveva deciso di affidare il compito della distribuzione dei buoni-spesa a una società specializzata in consegne «porta a porta». Lo scorso 15 aprile gli elenchi degli aventi diritto compilati dall’ufficio politiche sociali guidato dal dirigente Andrea Formisano – l’ex vicecomandante della polizia municipale a rischio processo per la vicenda della gestione del centro anti-violenza comunale – sono stati consegnati ai «pony express» dei bonus e i ticket sarebbero dovuti arrivare in casa di tutti i beneficiari entro 72 ore. Sarebbero, appunto. Perché, a distanza di 7 giorni, ci sarebbero la bellezza di 300 famiglie senza buoni-spesa. Un vero e proprio scandalo, di cui lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio avrebbe già chiesto conto alla società di distribuzione. Ottenendo rassicurazioni successivamente smentite dai fatti. Perché durante le giornate di martedì e mercoledì la consegna è proseguita sotto la pioggia, con nuovi inconvenienti per i beneficiari: decine di ticket sono attivati alle abitazioni degli aventi diritto completamente fradici e, conseguentemente, non utilizzabili. Dunque, dovranno essere sostituiti e i tempi per andare a fare la spesa con i soldi del governo si allungheranno fino alla prossima settimana.
La lite assessore-dirigente
Il flop dei bonus rischia di incrinare ulteriormente i rapporti già tesi tra l’assessore Luisa Refuto – delegata alle politiche sociali della giunta di palazzo Baronale – e il dirigente del settore. Lo scorso fine settimana, infatti, la «straniera» dell’esecutivo cittadino aveva inviato una missiva al responsabile del welfare per chiedere «di conoscere con sollecitudine gli atti adottati in merito all’esecuzione di tutti i servizi programmati sul piano di zona rivolti alle fasce deboli» e per chiedere una relazione sullo stato dell’arte relativamente al fondo povertà». Insomma, un chiaro invito a portare avanti le linee di indirizzo dell’amministrazione comunale in materia di assistenza ai disabili e non solo concluso con un chiaro avvertimento: «Eventuali ritardi – si chiude la missiva firmata da Luisa Refuto – arrecherebbero un grave danno alla collettività. Pertanto, vanno scongiurati con l’urgenza del caso. Diversamente, tali mancanze sarebbero addebitate esclusivamente alla signoria vostra». Una nota capace di scatenare la polemica risposta di Andrea Formisano: due paginette – senza alcuna reale rendicontazione dello stato dell’arte delle varie procedure – concluse con un ambiguo riferimento alla costante presenza dell’assessore e dei consiglieri comunali di riferimento all’interno degli uffici delle politiche sociali. Una velata accusa di ingerenze politiche destinata a pesare come un macigno sul già fragile equilibrio tra amministratore e dirigenti dell’ente di largo Plebiscito.
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