Molti titolari di pubblici esercizi hanno già annunciato che lunedì non riapriranno, nonostante la possibilità anticipata offerta dalla Regione. A Ercolano, ad esempio. Dove i titolari di paninoteche e pizzerie incroceranno le braccia: le restrizioni adottate secondo gli imprenditori di Ercolano sono troppo rigide e quindi nessuno rialzerà la saracinesca. «Il protocollo di sicurezza sanitaria che lei ci ha chiesto di applicare è tanto rigido nei nostri confronti, quanto lontano da quello degli altri settori» scrivono gli imprenditori di Ercolano al governatore De Luca. Emanuele “Menny” Ambrosino è un ristoratore proprietario di due locali (Pub 27 a Pompei e Craft 27 a Torre Annunziata) e non alzerà la serranda il 27: «Aprire adesso non ha senso. Noi pub non siamo nati per il servizio d’asporto, senza contare che affidandoci a servizi di driver ci rimetteremmo ancor di più. Voglio salvare la mia attività. Voglio anche non guadagnarci più, ma salvaguardare i miei 4 dipendenti. Come rientrerei nelle spese con le sole consegne? Inoltre ad oggi non ho nemmeno ricevuto i 600 € per le partite iva, così come i miei dipendenti non hanno avuto la cassa integrazione. Con quali mezzi ripartirei?». Anche in penisola sorrentina numerose attività hanno deciso di non riaprire. A Piano di Sorrento, molto probabile che il Gran Caffè Marianiello di piazza Cota – locale storico d’Italia – possa proseguire lo stop. Stesso discorso riguarda il noto ristorante di Sorrento, “Vino vero”, che lavora anche come pizzeria e che ieri sui social network ha annunciato la decisione di non riaprire per le consegne a domicilio. A Vico Equense, stessa decisione assunta da “Pizza Therapy”. Stesso scenario anche a Gragnano, come a Lettere e Casola, dove molti forni per le pizze e i panuozzi resteranno spenti. Il delivery può ripartire ma le re- gole imposte rappresentano un grande ostacolo per i pizzaioli che, quindi, hanno preferito non aprire nell’immediato. Lo affermano forte e chiaro gli associati di Pizza e Panuozzo gragnanesi, delusi dalle decisioni del governatore De Luca. E tassativa è anche la decisione di Vincenzo Staiano, titolare della pizzeria ‘O Zi Aniello, il “Pizzaiolo del Papa”. «La nostra pizza presto sulle tavole dei nostri clienti. Non ora e non a ogni costo. Noi non apriamo – mette in chiaro Staiano – Insostenibili i costi per attuare quanto stabilito dal governatore: un decreto pieno di paletti, orari e obblighi che ci penalizza sotto tutti i punti di vista».
CRONACA
24 aprile 2020
Pub e pizzerie: «Aprire così non conviene». A Pompei, Gragnano e penisola sorrentina in tanti restano chiusi