State a casa, è stato il messaggio divulgato dal governo Conte. Sì, ma non tutti potranno continuarci a stare, soprattutto guardando al futuro prossimo che, di certo, non fa presagire nulla di buono. E in casa ci si dovrà stare ancora per molto. «Credo che in un’emergenza sanitaria che ci ha tirati dentro a una crisi economica senza fine, bisognerebbe pensare anche all’eventualità di sospendere le pratiche degli abbattimenti. Ora più che mai la casa di prima necessità diventa un posto sicuro, diversamente dove li andiamo a mettere i cittadini che ne resteranno senza?». Una tesi portata avanti dal sindaco di Casola, Costantino Peccerillo, ma che apre, in effetti, un altro fronte di discussione. Neanche a dirlo, poco prima del lockdown era andata giù un’intera palazzina, di due piani, ritenuta abusiva, in località Castello a Gragnano. Ma a Casola la situazione non era delle migliori, infatti nel piccolo Comune dei Lattari erano in coda almeno 30 demolizioni ordinate dalla Procura. Intere abitazioni o anche ampliamenti, riconteggiati prima dal commissario prefettizio, poi dal sindaco eletto a maggio del 2019. «Allargherei il discorso ai colleghi di tutti i Comuni. E’ un problema che esiste e che, talvolta, diventa un dramma sia per gli amministratori che per gli autori degli abusi – dice Peccerillo – Credo che demolire adesso sarebbe davvero un atto da vigliacchi. Come si può pensare di lasciare senza un tetto intere famiglie. Piuttosto, sarebbe adesso il momento di pensare a un condono». Non è la prima volta che il Comune di Casola si schiera con i comitati e i politici No-Abbattimenti, ma solo per le case di prima neces- sità. Diversamente è il peso per gli immobili speculativi, per chi ha costruito pur sapendo di violare le norme, e traendo guadagno da un abuso edili- zio. Una linea comune a molti sindaci dei Lattari che, spalle al muro, avevano tentato anche l’housing sociale. La casa, adesso, è quel posto sicuro in cui stare, così come il mondo intero ce lo ha consigliato. Ma per il sindaco di Casola, Peccerillo, è la salvezza anche per 35 cittadini, rientrati dal Nord durante l’emergenza sanitaria, e che si ritrovano senza un centesimo nelle tasche. «Sono stati licenziati. Come loro tanti altri casolesi rischiano di perdere o hanno già perso l’impiego – incalza il sindaco – Come si può pensare di togliere a queste persone anche la casa. Stiamo vivendo alla giornata, non sapendo cosa potrà accadere domani. E l’incertezza del domani non può pesare soprattutto sulle fasce deboli. Il mio è un appello alle istituzioni e alle autorità, per garantire almeno fino a fine emergenza non soltanto sanitaria ma anche economica, una casa a tutte le famiglie, pure quelle che, oggi, vivono in immobili realizzati senza autorizzazione. Questo non significa violare le leggi, questo adesso significa vestirsi di umanità e abbracciare i cittadini più deboli». Una proposta, certo, non un ordine ma che potrebbe trovare diversi pareri favorevoli tra le amministrazioni comunali, tante rimaste a combattere in prima linea gli abusi edilizi, non certo senza difficoltà.
CRONACA
25 aprile 2020
Abusi edilizi, dai monti Lattari si chiede la moratoria Covid: «Abbattere ora è da vigliacchi»