In molti l’avevano bollata come una fake news, a dispetto delle preoccupazioni e dei dubbi sollevati da fior di magistrati Antimafia del calibro di Catello Maresca e Antonino Di Matteo. E invece il rischio della grande fuga dei boss dal 41-bis ai tempi del Coronavirus sta lentamente diventando realtà. Dopo Francesco Bonura, il luogotenente di Bernando Provenzano uscito per motivi di salute dal carcere duro, un altro boss di primo piano ha lasciato le celle di un penitenziario di massima sicurezza. Si tratta di Pasquale Zagaria, imprenditore e fratello del super boss Michele, capo indiscusso del clan dei Casalesi.
Zagaria, recluso nel super carcere di Sassari, l’Alcatraz italiana dove stava scontando una condanna per mafia, ha ottenuto i domiciliari dal tribunale di sorveglianza sardo. La decisione è stata presa dai magistrati anche a causa dell’indisponibilità da parte delle strutture sanitarie dell’isola di poter garantire al detenuto la prosecuzione dell’iter diagnostico e terapeutico di cui ha bisogno a causa di una grave patologia. In pratica il fatto che tutti i presidi sanitari siano occupati dalla cura del virus non consentirebbe al detenuto di potersi curare e quindi lo hanno mandato ai domiciliari, fuori dalla Campania. Nelle scorse ore un’altra scarcerazione eccellente. Vincenzo Lucio, pluripregiudicato di Ercolano condannato all’ergastolo, tra l’altro, per l’omicidio di Ettore Merlino – delitto commesso nel 2007 dai Gionta su richiesta del clan Birra a Torre del Greco – è finito ai domiciliari, a Ercolano.
A differenza di Zagaria Lucio, ritenuto un esponente del commando armato dei Birra, non era recluso al 41-bis. Provvedimenti inattesi che potrebbero alimentare le speranze di decine di altri detenuti. A cominciare da Raffaele Cutolo, il padrino di Ottaviano ed ex capo della Nco che proprio per gravi motivi di salute era stato trasferito, prima della pandemia, nell’ospedale di Parma per poi rientrare in cella. Il legale di Cutolo – difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero – ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale di sorveglianza. La discussione, fissata per ieri mattina, è stata rinviata a lunedì. Il giorno in cui verrà deciso se concedere al padrino la possibilità di tornare a casa.