Mentre in serie A si parla di ripresa dei campionati e di taglio agli stipendi milionari, nei dilettanti c’è un esercito di calciatori e di tesserati che fa fatica a far quadrare i conti familiari a causa dell’emergenza Covid-19 che ha bloccato i campionati. Ecco perché oltre 150 tesserati, tra calciatori e membri societari o dello staff tecnico, hanno fatto richiesta del bonus di 600 euro per i collaboratori sportivi, presente nel “Cura Italia”. Un numero che tiene presente solo delle realtà del nostro territorio e che esteso a tutta Italia fa capire come il mondo dei dilettanti dia da vivere a decine di migliaia di persone e come gli stipendi non sia di certo da urlo come quelli di A. Basti pensare che per presentare la domanda, che è bene specificare non è detto venga accettata automaticamente, bisogna avere un reddito inferiore ai 10.000 euro, maturato nell’anno 2019.Soldi che per molti calciatori o tesserai potrebbero fare la differenza per portare avanti la famiglia e mettere un piatto in tavola, visto che molte società hanno fermato il pagamento dei rimborsi o sono in netto ritardo già da mesi. Si va delle appena 5 richieste del Real Poggiomarino alle 33 del Savoia (comprensivi di staff), passando per le 14 della Turris e le 27 del Sorrento. A rischiare la beffa, però, sono in particolare i calciatori di Eccellenza, visto che non hanno nessun contratto che regolarizzi la loro prestazione, con il concreto rischio che la domanda venga rifiutata. Senza contare che in casa Gragnano c’è un caso nel caso. Infatti uno dei requisiti per accedere al bonus è che la società di appartenenza abbia una affiliazione al Coni, cosa che al Gragnano non accade dal 2017. Numeri che fanno capire come il mondo dei dilettanti sia, quasi, allo stremo.
CRONACA
26 aprile 2020
Calcio povero nei dilettanti, dalla Turris al Sorrento: oltre 150 richieste di bonus