Torre del Greco. «Tre indizi fanno una prova». Se la teoria di Agatha Christie – la regina dei racconti gialli – fosse vera, la corsa alla poltrona da 100.000 euro di dirigente del settore affari legali del Comune potrebbe diventare una mera formalità. E non solo perché l’avviso pubblico per le candidature è stato promosso in pieno periodo di pandemia bensì perchè – come ventilato già a febbraio dai «bene informati» dell’ente di palazzo Baronale – ci sarebbe già un favorito: l’avvocato Nino Coccoli, ex candidato sindaco di Pompei – battuto senza storie da Pietro Amitrano alle elezioni della città mariana nel 2017 – e attuale consulente giuridico del sindaco Giovanni Palomba, nominato il 9 aprile del 2019 dietro «indicazione politica» dell’assessore Gennaro Granato.
Il rinnovo di 50 giorni L’ultimo segnale della «nuova vita» a cui sembra destinato Nino Coccoli è arrivato a metà aprile, quando il leader della carovana del buongoverno ha proceduto al rinnovo del suo incarico. A differenza delle restanti «figure fiduciarie» dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio – il portavoce Salvatore Perillo e il capo di gabinetto Alfonso Ascione – il legale arrivato da Pompei per dare «lezioni di diritto» al primo cittadino si è visto prorogare il mandato non di un anno, ma solo di cinquanta giorni. Ovvero fino al prossimo 31 maggio, quando la procedura per la scelta del nuovo dirigente del settore affari legali del Comune dovrebbe già essere stata completata. Un’anomalia a cui neanche il sindaco Giovanni Palomba è riuscito a dare una giustificazione: «Non ho visto la data sul decreto – si limita a spiegare la fascia tricolore «caduta dalle nuvole» a palazzo Baronale -. Non ho fatto caso alla data di rinnovo, ma ho firmato sulla fiducia: l’avvocato Nino Coccoli è diventato un punto di riferimento importante per l’amministrazione comunale». Non a caso, sembra in pole position per succedere all’avvocato Antonioluigi Iacomino – le cui dimissioni presentate a novembre del 2019 restano, a oggi, un mistero – come legale di riferimento dell’ente di largo Plebiscito.
Gli sfidanti «in casa»
Ma Nino Coccoli, in ogni caso, dovrà superare una concorrenza particolarmente «agguerrita» e preparata sotto il profilo professionale. Tra i sette candidati – insieme a tre avvocati «stranieri»: Pierpaolo Pesce, Simona Pinto e Roberto Ferrara – ci sono, infatti, diversi pretendenti noti sia in ambito forense sia in ambito politico. In primis, Nunzia Caccavale – già difensore civico comunale a Portici – e l’ex consigliere comunale Massimo Meo, segretario cittadino del Pd all’epoca del disastro della mancata presentazione della lista alle elezioni 2018. Dopo il flop, l’avvocato-politico non mancò di sottolineare come potesse essere stata una fortuna non restare legati alla coalizione guidata da Giovanni Palomba, ma – come recita una celebre frase di James Russell Lowell – solo gli stupidi non cambiano idea. A chiudere, l’avvocato Luigi Torrese, parente dell’ex presidente dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata Gennaro Torrese. Un ottimo biglietto da visita, ma sicuramente non decisivo in una competizione in cui potrebbe servire qualche «santino» in Paradiso. La commissione esaminatrice Al netto dei rumors circolati in municipio e capaci di fare accendere i fari della guardia di finanza sulla vicenda, sarà una commissione esaminatrice a valutare in prima istanza i requisiti dei setti candidati. L’organismo di valutazione dei requisiti sarà composto da tre dirigenti comunali – il presidente Massimiliano Palumbo, la dottoressa Luisa Sorrentino e il comandante dei vigili urbani Salvatore Visone – e dovrà scremare la rosa di nomi da sottoporre all’attenzione del primo cittadino. Poi chiamato a scegliere il nuovo dirigente del Comune per tre anni a 100.000 euro l’anno.
La provocazione di Stilo
In vista della selezione finale non mancano le provocazioni politiche, sotto forma di proposte per impiegare «in modo utile ai cittadini» i soldi già a bilancio dell’ente di largo Plebiscito. In quest’ottica si inserisce la lettera inviata dall’esponente dell’opposizione Romina Stilo – ex vicesindaco all’epoca di Ciro Borriello – a Giovanni Palomba, al presidente del consiglio comunale Antonio Spierto e al segretario generale Pasquale Incarnato. «Situazioni straordinarie richiedono interventi straordinari – la premessa dell’ex first lady di palazzo Baronale – e oggi l’amministrazione comunale, in un colpo solo, potrebbe fare dimenticare la mala gestio del proprio operato fino a oggi attraverso l’azzeramento di tutte le spese inutili e dei costi che possono essere rimandati all’anno prossimo». Partendo proprio dalla procedura già finita al centro di polemiche e malumori. «Si potrebbe congelare il concorso per l’avvocato capo del Comune – conclude Romina Stilo – e affidare il ruolo ad interim a dirigenti già in pianta organica, risparmiando così 100.000 euro da impiegare per le fasce deboli e per le piccole e medie imprese in difficoltà economica».
©riproduzione riservata