“Con le parole e la solidarietà non si mangia, siamo stanchi di lavorare senza essere pagati”. Sull’isola azzurra deserta come non avveniva probabilmente da secoli di questi periodi, c’è stata una manifestazione di protesta di un gruppo di lavoratori di Capri che aderisce al sindacato Usb dell’azienda di trasporto pubblico su gomma. La protesta era rivolta alle istituzioni per attrarre la loro attenzione e risolvere la drammatica situazione della categoria tra cassa integrazione e stipendi arretrati. “I lavoratori comunque pur senza essere retribuiti stanno svolgendo regolarmente la loro attività – ha dichiarato Francesco Chierchia Rsa del sindacato ‘USB Lavoro Privato’ – la Città Metropolitana di Napoli, senza indugio alcuno, dovrebbe attivare il previsto intervento sostitutivo, pagando direttamente i lavoratori”. Sempre ieri si è svolto un incontro in videoconferenza tra le amministrazioni comunali e le aziende di trasporto isolane per valutare le possibili soluzioni sul versante mobilità interna in previsione della graduale riapertura. Il sindaco di Capri Marino Lembo ha comunicato che saranno presto “approntate delle ferree misure di sicurezza e distanziamento sui moli del porto di Capri”. Il vicesindaco di Anacapri Franco Cerrotta ha proposto il potenziamento del servizio funicolare (che può assorbire in maniera più rapida e sicura gli attuali spostamenti dal porto al centro di Capri) e un conseguente potenziamento della tratta Capri-Anacapri in bus, eventualmente collegabili con un unico biglietto per coloro che dal porto devono recarsi ad Anacapri.
CRONACA
29 aprile 2020
Protesta dei lavoratori Atc Capri: «Da due mesi senza paga»