«Nessuno ci pensa, nessuno ci dà una mano. Neppure adesso qualcuno si sta ponendo il problema di favorire un nostro diritto. Tutti zitti. Istituzioni, sindaco, ci sentiamo praticamente abbandonati».Sono passati due mesi e mezzo dal blitz della polizia giudiziaria. E quei 53 appartamenti restano ancora sotto sequestro perché, secondo la Procura di Torre Annunziata, il progetto a cura della società Shs guidata dall’ingegnere Antonio Elefante e autorizzato dal Comune viene reputato regolare sotto il profilo urbanistico.
Il caso dell’housing sociale di via monsignor Bonaventura Gargiulo a Sant’Agnello fa ancora discutere. Tanto. Perché ci sono tante famiglie, che impegnandosi per spendere i risparmi di una vita con sacrificio e lavoro, si sono viste togliere la chance di andare a vivere in quegli appartamenti valutati tra 250 e 400 mila euro. Una beffa, quella del sequestro che risale allo scorso 19 febbraio. Quarantotto ore dopo gli inquilini avrebbero dovuto fare ingresso negli appartamenti. Gli assegnatari degli appartamenti, già provati e sofferenti per la crisi economica dettata dalla pandemia, sono tesi, preoccupati, arrabbiati. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto di Torre Annunziata, Pierpaolo Filippelli, continuano a tambur battente. Elefante ribadisce la bontà del suo operato (risulta indagato assieme a un socio e i due rappresentanti legali dell’impresa New Electra che ha svolto i lavori). Ma gli aggiudicatari, che già dopo il sequestro avevano ribadito la loro amarezza, sono feriti. Anche perché neppure nel corso della pandemia da coronavirus hanno avuto cenni o riscontri alle loro istanze.
E segnalano dolore. «Abbiamo lavorato tanto per mettere da parte i nostri risparmi e tuttora nessuno è dalla nostra parte a sottolineare che ci stanno negando un diritto sacrosanto – si sottolinea in un messaggio ricevuto in redazione – Speravamo che anche il Comune, attraverso il sindaco Piergiorgio Sagristani, dicesse qualcosa e si facesse sentire e invece perdura il silenzio. Così non va bene».