«Abbiamo consegnato la spesa a coloro che si sono presentati con i voucher, poi è scoppiato il caos. Il Comune ha bloccato i voucher per chi non ne aveva diritto: ora chi ci ripagherà?». Nessuno: questa è la risposta che hanno ricevuto i titolari delle attività commerciali dal Comune quando hanno sottoposto il problema. A raccontare l’assurda vicenda sono tre commercianti della città che da giorni stanno provando ad avere chiarimenti dall’en- te ma senza risposta. «Sono proprietaria di una salumeria – racconta MariaNeve – nel mio negozio, il giorno dopo la distribuzione dei voucher si sono presentate diverse famiglie e hanno acquistato con i bonus del Comune.
Ovviamente nessun problema se non fosse stato per la beffa nella quale ora sono coinvolta: quelle famiglie non erano beneficiarie dei bonus e così i voucher io non potrò riscattarli economicamente». Un danno che ovviamente la donna ora non sa come risolvere «Non conosco le famiglie – continua – e non avrei comunque nessun diritto di rivolgermi a loro perché l’errore da quello che abbiamo capito è del Comune. Ma dall’ente mi hanno detto che vedranno come risolvere il problema». Nel frattempo però la negoziante ha «regalato» circa 280 euro di prodotti alimentari a diversi nuclei familiari. Buoni spesi ma che la donna non potrà riscattare «Abbiamo offerto disponibilità – continua – abbiamo aderito al bando del Comune, ma in questo modo ci sentiamo invece truffati, è una vergogna». Nella stessa situazione si trovano anche altri due negozianti per importi pari rispettivamente a 160 euro e 200 euro. Insomma un danno economico che rischia di gravare solo sui conti delle attività commerciali. Intanto sulla scrivania dei magistrati della Procura di Torre Annunziata resta l’inchiesta partita dopo la denuncia pubblicata da Metropolis e dopo le dichiarazioni del sindaco Ascione che si è scusato per la falla apertasi nell’ufficio. Dentro il dossier compaiono anche i nomi di tutti quelli che hanno lavorato all’ufficio delle politiche sociali durante la raccolta dei dati. Si tratta di addetti ai lavori, assistenti sociali ma anche di consiglieri comunali e cittadini volontari che hanno voluto contribuire al lavoro di distribuzione dei bonus spesa. Tra questi c’è quello che ha fatto girare la lista dei nominativi di tutti i richiedenti il bonus spesa nelle chat dei politici, che a loro volta sono responsabili per aver alimentato la diffusione dei file. I sospetti sarebbero tutti concentrati su alcuni consiglieri comunali di maggioranza – secondo le prime indiscrezioni trapelate dagli uffici – e su un dipendente della stessa struttura di via Parini. E si tratta di sospetti che sarebbero già suffragati da prove. Questi avrebbero diffuso i dati in una chat di gruppo degli amministratori.
E la motivazione sarebbe una follia. Lo avrebbe fatto, pare, per vantarsi del lavoro svolto in modo celere, forse per la smania di appuntarsi una medaglia al petto. Il sindaco ha chiesto scusa durante una intervista rilasciata a Metropolis ma ora c’è l’inchiesta e potrebbero esserci centinaia di cittadini pronti a costituirsi parte lesa in un eventuale procedimento a carico dei responsabili di Palazzo Criscuolo.