«Quando potremo riaprire? A che prezzo e in che modo?». Il mercato dei B&b è al collasso in provincia di Napoli. Tra Pompei, Portici, Ercolano, Castellammare, Sorrento e Torre Annunziata sono migliaia i gestori delle strutture che si chiedono quando potranno tornare a rialzare le saracinesche delle proprie attività dopo due mesi di stop dovuti all’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Covid-19.
C’è grande tensione tra gli imprenditori che continuano a pagare gli affitti e tra chi aveva rilevato la struttura in gestione soltanto a gennaio, ritrovandosi poi chiuso a marzo su disposizione del Governo per limitare i contagi. Almeno in 400 all’ombra del Vesuvio potrebbero non ripartire più. Il rischio di un fallimento è ormai a un passo, soprattutto se la curva dei contagi non dovesse migliorare e se non dovessero essere concesse delle agevolazioni fiscali. «Il settore dà lavoro a milioni di persone – dice Roberto Sbrizzi, presidente di Apabb Pompei – ma è stato completamente dimenticato. Parliamo di affittacamere, Bed and breakfast e case vacanza anche senza una partita Iva. E quest’ultimi, inquadrati come settore di micro ricettività che non svolge attività imprenditoriale, non è stato compreso negli aiuti del decreto “Cura Italia”. Eppure siamo complementari e non concorrenziali agli alberghi. Il dpcm del 26 aprile non ha nemmeno previsto il codice ateco dell’extralberghiero imprenditoriale: non si parla del codice 55.2 che ci interessa. Gli hotel che hanno codice ateco 55.1 non sono mai stati chiusi, mentre noi de comparto extralberghiero siamo in ginocchio e senza alcuna risposta». A Pompei sono almeno 70 su circa 270 le strutture che rischiano di non avere più la forza di riaprire a fine maggio. Grosse preoccupazioni emergono anche in tutta la penisola sorrentina. Nella sola Sorrento ci sono oltre mille strutture extralberghiere, in prevalenza case vacanza e bed and breakfast. Il 30% potrebbe decidere di prendersi almeno una pausa. Ora le location sono tutte chiuse come precisa il dpcm e, senza stranieri, si teme una serrata diffusa quando e se ripartirà la stagione visto che al massimo si prevede turismo di prossimità.
«Urgono detassazioni e accordi territoriali con la possibilità di incentivare bonus vacanza con sostegni regionali» dice Agostino Ingenito, presidente Abbac. Già oggi, in videoconferenza, il settore extralberghiero della penisola sorrentina e numerosi operatori discuteranno della necessità di rilanciare l’indotto con una call con l’assessore regionale al turismo Corrado Matera. Una crisi che ha colpito anche Torre Annunziata, dove da qualche anno si tentava il rilancio del mercato turistico: su 20 strutture totali appena 7 sarebbero pronte a riaprire non appena possibile. A Castellammare prima del ciclone coronavirus, erano circa 250 le strutture ricettive extralberghiere presenti sui portali turistici nazionali. Astar, associazione che raggruppa le attività, lancia l’allarme attraverso la sua presidente Delia Di Maio.