Dai charter del mare alle navi da crociera. Tutti fermi. E chissà ancora per quanto. Nel golfo di Napoli, di una rinascita, neppure a parlarne. E’ l’ennesima tegola che si abbatte sull’affare turismo e che in piena pandemia da coronavirus rende ulteriormente complicato il percorso di rinascita. Sì, perché pure la fetta di mercato legata alle navi da crociera diviene una percentuale di fatturato che sarà sicuramente perso. Parliamo di almeno 100mila crocieristi in meno in arrivo nella sola Sorrento: si tratta di vacanzieri che, come consuetudine, si muovevano spesso su Capri e Pompei, altre realtà che dovranno fare i conti con un’ingente perdita.
I crocieristi spariti
Stando alle previsioni fatte prima che esplodesse l’epidemia, nell’estate 2020 si puntava a superare la quota di 100mila crocieristi nel golfo. Tutta gente che sarebbe sbarcata tra Sorrento e Capri. Imprenditori e Comuni si erano già organizzati addirittura per sottoscrivere la convenzione con Assoagenti, pubblici mediatori marittimi della Regione Campania e Agenti aerei con un “obolo” per ogni singolo passeggero. Tutto sfumato. Nel 2019, a Sorrento, il movimento dei crocieristi aveva toccato un piccolo record, rispetto alle passate stagioni, con un sensibile aumento in particolare sui numeri di dodici mesi fa. Ben 129 navi. Oltre trenta sull’annualità 2018. E ora? Sicuramente vincerà un turismo di prossimità, con flussi di italiani. Un auspicio che dovrà essere sostenuto da un’attenzione particolare da parte del governo centrale. Si attendono, evidentemente, cenni da Roma pure sulle prescrizioni sanitarie da attuare all’interno delle strutture.
Capri si muove
Per fronteggiare il dramma del calo di crocieristi, a Capri, si punta almeno a ripartire con il booking per i grandi yacht. C’è l’idea di istituire un desk unico per i tour in mare. Gli operatori del settore che riorganizzano il tempo perduto per la messa a punto (e poi in acqua) delle loro imbarcazioni e il borgo marinaro isolano che “gira la chiave” della messa in moto. Ecco perché si parla pure di riattivare immediatamente il servizio prenotazioni per gli ormeggi nel porto turistico di Capri attualmente in “stand by” per alcuni lavori. A chiederlo è il gruppo di opposizione consiliare “CapriVera” che ha sollecitato i vertici della società che gestisce la darsena isolana a non perdere proprio in questo momento «la possibilità di veder approdare durante i prossimi mesi i grandi yacht, i cui arrivi sull’isola da sempre producono un giro di affari non indifferente – ha spiegato il capogruppo di CapriVera Roberto Bozzaotre – a vantaggio delle imprese, delle attività e dei lavoratori locali, considerando anche che queste imbarcazioni sono possedute da società e persone che verosimilmente sono state colpite solo parzialmente dalla crisi economica in corso e che quindi si troveranno nelle condizioni di poter viaggiare senza particolari rinunce». In attesa di verificare se e quante navi da crociera saranno in attivo quest’estate con conseguente indotto per le tante attività collegate a tali flussi, la stagione 2020 potrebbe essere quella giusta, poi, per rivedere e riorganizzare i servizi nel settore dei cosiddetti “rent a boat” e giri dell’isola. Secondo i “Liberi Consumatori” di Gaetano Simeoli «si potrebbe creare un banco check-point per i giri privati con una ragazza in divisa e che parli più lingue, dove i noleggiatori con un turno di rotazione si iscrivono al mattino, così si manterrebbe un unico prezzo del giro e si eviterebbe la petulanza». E per il borgo marinaro condizionato dal decalogo coronavirus con conseguente perdita di posti a sedere Gaetano Simeoli dalla sua “Voce di Capri” propone “una bellissima terrazza sul mare in legno teak marino smontabile con fioriere ed utilizzabile per sei mesi all’anno, in modo da offrire nuovi servizi ai turisti».