A marzo -92,3% per gli stranieri e -85,9% per gli italiani e ad aprile -99,1% per gli stranieri e -96,4% per gli italiani. E’ un vero e proprio tracollo quello delle presenze negli esercizi ricettivi a seguito delle restrizioni dovute al Covid-19. Il grido di dolore degli alberghi italiani è arrivato alla Commissione X del Senato tramite il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca secondo cui nel 2020 ci sarà la perdita di oltre 305 milioni di presenze (-71,2% rispetto al 2018), con un calo di fatturato del settore ricettivo pari a quasi 17 miliardi di euro (-71,4%). “L’impatto dell’epidemia sul sistema dell’ospitalità italiana – dice – è stato devastante”. Ad aprile, nel comparto ricettivo sono andati persi circa 106 mila posti di lavoro stagionali. Se si guarda all’intero settore turismo, i posti di lavoro stagionali a rischio per l’estate 2020 sono quasi 500 mila. Una volta terminata la cassa integrazione, dovranno attendersi conseguenze anche sui contratti a tempo indeterminato.
“Tutti gli imprenditori del settore – dice il presidente degli albergatori – si stanno domandando come e quando potranno ripartire. Ci sono anche molti che si domandano se sia il caso di riaprire. Noi ovviamente lottiamo con i denti perché vogliamo riaprire, ma potremo farlo solo se i provvedimenti in itinere, opportunamente modificati, e quelli che verranno, forniranno alle imprese il sostegno e le certezze necessarie, perché le imprese da sole non ce la fanno”. “Occorre un cambio di passo – conclude – per evitare il tracollo del settore, chiediamo interventi urgenti volti a sostenere le imprese del turismo”. Tra le misure indicate come prioritarie, aiuti diretti per le imprese che hanno subito un calo di fatturato, tutele specifiche per le imprese in affitto, interventi sulle imposte locali e nazionali, potenziamento ed accelerazione dell’erogazione del credito, proroga della cassa integrazione ed esonero dalla responsabilità per le imprese che applicano i protocolli anticontagio.