«Dissequestrate gli appartamenti, fateci entrare. Per noi è la prima casa. E’ un nostro diritto. Non possiamo pagare questo prezzo soprattutto durante questa tremenda emergenza economica. Molti di noi non hanno un lavoro e abbiamo sottoscritto prestiti per acquistare gli immobili».
Hanno fatto immensi sacrifici per comprare quelle case di ultimissima generazione e realizzate secondo criteri ecosostenibili. Centinaia di migliaia di euro che rischiano di andare persi perché la Procura di Torre Annunziata ritiene fuorilegge il complesso di housing sociale di via monsignor Bonaventura Gargiulo costruito dalla società Shs dell’ingegnere Antonio Elefante in forza di un permesso rilasciato dal Comune di Sant’Agnello.Sono le 53 famiglie aggiudicatarie degli appartamenti sequestrati prima che esplodesse la pandemia e che tuttora non sanno quale sviluppo ci sarà per le loro abitazioni.
Ieri mattina, al municipio di Sant’Agnello, una delegazione di inquilini ha incontrato il sindaco Piergiorgio Sagristani chiedendo delucidazioni e chiarezza sull’iter e sul prosieguo delle indagini. Sia chiaro: il Tribunale del Riesame di Napoli ancora deve esprimersi sulla bontà del sequestro, nel frattempo l’inchiesta avanza e seppur ci possa essere semmai una revoca dei sigilli tra qualche tempo potrebbe esserci un verdetto sulla legittimità o meno delle case. Ma è un discorso che andrà per le lunghe e l’esito ci sarà tra qualche anno.Intanto le famiglie vogliono che sia rispettato un loro diritto. Hanno chiesto a Sagristani i motivi del silenzio dell’amministrazione ed evidenziato la necessità anche di confrontarsi con il costruttore, attualmente indagato. «In tanti stiamo tuttora pagando fitti e i soldi non ci sono più, aiutateci» è il messaggio degli inquilini.