Torre del Greco. Non si può parlare di «ammutinamento» perché, in teoria, tutte le assenze sono state regolarmente giustificate. Ma la raffica di certificati di malattia capace di mettere in ginocchio il pronto soccorso dell’ospedale Maresca è destinata a finire sotto i riflettori dei vertici dell’Asl Napoli 3 Sud. Pronti a fare piena luce sull’imprevista «ritirata» di 12 infermieri e quattro ausiliari in servizio presso il reparto di primo intervento della struttura sanitaria di Torre del Greco.
La fuga dei camici bianchi
Neanche il tempo di archiviare la fase critica legata all’emergenza sanitaria all’ombra del Vesuvio e una nuova tegola rischia di smorzare sul nascere gli entusiasmi per il proclamato progetto di rilancio del nosocomio della quarta città della Campania, trasformato – all’indomani della trasformazione dell’ospedale Sant’Anna e Madonna della Neve di Boscotrecase in polo anti-Covid – in punto di riferimento per la «sanità ordinaria» del Vesuviano. Così, a metà marzo, il presidio di via Montedoro aveva improvvisamente recuperato la «centralità» invocata da anni dalla classe politica locale e dagli attivisti del diritto alla salute pubblica: una «conquista» su cui, invece, adesso pesa la «malattia di massa» del personale infermieristico. Secondo i rumors circolati all’interno dell’ospedale Maresca, alla base dei «mal di pancia» di infermieri e ausiliari si potrebbero nascondere rivendicazioni di natura economica. Ovvero il mancato riconoscimento dei «bonus» per gli straordinari e le indennità di rischio maturati durante i mesi caldi della pandemia.
L’inchiesta interna
La contemporanea assenza di 16 unità lavorative, in un momento «cruciale» per il rilancio della struttura sanitaria di via Montedoro, non è passata inosservata ai vertici dell’azienda sanitaria locale. In primis, perché il pronto soccorso è rimasto con soli cinque infermieri – ulteriori nove camici bianchi sono impegnati nella tenda pre-triage realizzata per «accogliere» gli eventuali casi sospetti di Covid-19 – e, in secondo luogo, perché segnalata dai carabinieri accorsi all’ospedale Maresca per «scortare» Giuseppe Carpentieri, il genero del boss Valentino Gionta di Torre Annunziata ferito in un agguato di camorra. Non è esclusa l’apertura di un’inchiesta interna per accertare la legittimità di tutti i certificati medici arrivati in direzione sanitaria. «Abbiamo preso atto della situazione – conferma il direttore sanitario Gaetano D’Onofrio – e abbiamo già attivato l’ufficio personale per avviare le procedure ordinarie relative alle visite fiscali». Insomma, gli «ammalati» del pronto soccorso dell’ospedale Maresca saranno sottoposti a ulteriori controlli per stanare eventuali «furbetti».
Il futuro in bilico
I malumori per i mancati aumenti in busta paga e la successiva «fuga» dei camici bianchi rischiano di frenare la rinascita del presidio sanitario di via Montedoro. Come anticipato a Metropolis Quotidiano dal direttore generale Gennaro Sosto sono già stati stanziati sei milioni di euro per lavoro straordinari al nosocomio di Torre del Greco, ma i primi segnali positivi erano già arrivati con l’attivazione della Riabilitazione per i pazienti negativizzati al Covid e la riapertura delle visite ambulatoriali per l’otorinolaringoiatria e la laringoscopia a fibre ottiche. Ma il nodo del «personale» resta evidentemente centrale e, al momento, irrisolto.
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