Scafati piange la sua quinta vittima in questa emergenza Covid-19. Si è spenta ieri pomeriggio al Covid Hospital di Scafati A.A. una 58enne già affetta da seri problemi di natura oncologici. Una vicenda complicata la sua.
La donna era da tempo affetta da un tumore oramai metastatizzato. Era ricoverata in pneumologia a Scafati prima che venisse convertito in pneumo Covid. Quando lo Scarlato fu dedicato esclusivamente ai soggetti affetti da coronavirus la donna fu trasferita in Chirurgia D’Urgenza all’ospedale Umberto I° di Nocera Inferiore. Fu operata per complicazioni di un tumore ovarico, poi metastatizzato ai polmoni e qui avviene il contagio, assieme a diversi tra medici, infermieri e pazienti. Il ritorno a Scafati, questa volta in Malattie Infettive, e nonostante sia stata asintomatica per quanto riguarda il decorso Covid-19, le complicazioni di natura oncologiche l’hanno portata Al decesso ad appena 58 anni. Nella stessa struttura sono ricoverati anche i suoi familiari conviventi, risultati positivi e attualmente asintomatici, in attesa di tampone di controllo. Si tratta della sorella 65enne, il cognato 74enne e del nipote 33enne. Questi ultimi tre furono trasferiti allo Scarlato per evitare che il contagio si potesse estendere ad altri familiari conviventi. Vivevano in sei in poco più di 40mq. Seppur deceduta per le gravi patologie di cui era affetta da tempo, la 58enne verrà registrata come Covid, portando quindi a 5 il numero dei decessi scafatesi. Sarà la prima donna a non aver superato la patologia. E’ ricoverata al Policlinico di Napoli la giovane mamma 37enne che ha dato alla luce la sua bambina nonostante fosse nuovamente positiva. Stanno tutti bene, e la bambina è risultata negativa al tampone. La donna con il marito avevano sconfitto il virus due settimane fa, ma al momento del parto presso l’ospedale di Vico Equense il protocollo medico per questi casi ha permesso di scoprire che la stessa, nonostante fosse asintomatica, era nuovamente positiva. Partorirà la sua bambina in tutta sicurezza, venendo poi trasferita a Napoli per una quarantena sotto controllo. Era stata dichiarata ufficialmente guarita il 17 aprile scorso, assieme al marito che gli aveva trasmesso il virus.
Una lunga convalescenza domiciliare la sua, con sintomi altalenanti, ma sostanzialmente tranquilla, il doppio tampone negativo e infine la certificazione di avvenuta guarigione, e la possibilità di riprendere le proprie attività personali. La neo mamma aveva effettuato i test sierologici una decina di giorni fa, dai quali era emersa la presenza di anticorpi e la sua immunità. Evidentemente qualcosa è andato storto, a dimostrazione di come il coronavirus presenti tanti, troppi punti ancora da definire. Il caso della 37 enne riporta sotto i riflettori nuovamente la questione degli “asintomatici”, coloro che, non sapendo di aver contratto (oppure mai sconfitto del tutto) il virus, continuano a svolgere le loro attività. E’ il caso anche del 35enne inserviente in servizio al Covid Hospital di Scafati. Il giovane era addetto alla consegna dei farmaci, dipendente dell’azienda esterna che cura logistica e pulizia del nosocomio. La sua positività è stata scoperta soltanto grazie al tampone di controllo fatto a tappeto su tutto il personale in servizio, anche quello esterno, disposto dall’Asl. Essendo del tutto asintomatico, il 35enne aveva avuto contatti sparsi, per forze di cose, in ospedale. A questi è stato effettuato tampone di controllo, e si è in attesa di risultati. Sale a 29 il numero dei guariti, con l’uscita dal tunnel di un uomo di 57 anni, una donna di 59, insegnante che aveva contratto il virus nell’istituto Don Bosco di Torre Del Greco, una donna 55enne con il figlio 18enne. Con i cinque deceduti e altri tamponi negativi in attesa di certificazione, la città di Scafati passa al “giro di boa”, con il numero dei guariti superiore a quello di coloro che sono ancora ammalati.