«Per attrarre nuovi flussi di turisti e fronteggiare l’emergenza economica le nostre città dovranno essere più pulite e più sicure. Ovviamente sono obiettivi perseguibili solo facendo sistema. Ecco perché bisogna mettersi al lavoro. Magari anche con idee folli, proprio come le mie. Penso sia necessario varare assiduamente grandi isole pedonali e dare robustezza all’idea di disinquinare il Sarno, magari rendendolo addirittura navigabile per sognare l’arrivo agli Scavi di Pompei pure dal mare». Gaetano Milano è un professionista scafato. Si occupa di economia, politica e turismo da una vita. E’ stato vicesindaco e assessore di Sorrento e, da qualche anno, è l’amministratore delegato della Fondazione Sorrento presieduta dall’armatore Gianluigi Aponte. Tra le mission aziendali c’è l’urgenza di trovare una strada per rinascere. «E per riuscirci – dice Milano – è doveroso non porsi limiti nei progetti per il bene comune».
Nel 1995, quando si candidò al consiglio comunale di Sorrento, inserì nel suo programma elettorale «impegno per il disinquinamento del Sarno». Oggi ci riprova, senza essere un amministratore e a 25 anni di distanza. Intanto il fiume resta il più inquinato d’Europa. Non è utopia?
«Bisogna riuscirci. Allora i componenti della mia lista, e non solo loro, mi guardarono sconcertati. Come a dire: che c’entriamo col Sarno? A distanza di tempo il Covid ha riportato al centro dell’attenzione l’importanza di questo corso d’acqua e cosa significa per l’ambiente un fiume pulito nel cuore del golfo di Napoli. Ho avuto la fortuna di vederlo alla fonte e la sfortuna di vederlo come si trasforma dalla confluenza del Solofrana in poi sino alla foce. Nel frattempo sono stati investiti fiumi di soldi per la bonifica, tutti sprecati. Ora come allora tutti i Comuni del golfo dovrebbero avere come priorità l’attivazione di un movimento civico di opinione che chieda il disinquinamento nella consapevolezza che qualsiasi opzione ambientale, turistica e di salvaguardia del mare dei territori passa per l’eliminazione dei veleni che il Sarno scarica di fronte il meraviglioso scoglio di Rovigliano: egoisticamente immagino anche il Sarno canale navigabile da risalire sino a Pompei per raggiungere gli Scavi via mare. E’ una pazzia, lo so, ma il rilancio dell’economia dipende da qui».
Ci spieghi.
«Cosa vorrà il turista quando tornerà a viaggiare? Vorrà fermarsi in località sicure e di eccellenza sotto il profilo ambientale. Facendo rete sul Sarno e risolvendo quest’emergenza forniremmo un attrattore unico per la penisola sorrentina, Pompei, l’area stabiese e quella torrese oltre che la zona vesuviana. Parlo di un volano, di un mezzo da sfruttare. La natura si è ripresa i suoi spazi durante il lockdown e bisogna preservare questo dono ambientale. Ecco perché ritengo opportuno riflettere pure sull’assetto della mobilità interna».
E’ vero che ha chiesto al sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, di estendere la Ztl come farà a breve Castellammare di Stabia?
«Vista la gradualità della riapertura e il conseguente scarso impatto di traffico si potrebbe sperimentare, nel quadrilatero cittadino delimitato da un lato da piazza Lauro e parcheggio Correale e dall’altro lato da piazza Veniero (e di tutta la zona a valle), una zona a traffico limitato dalle 10 sino alle 22 con interdizione al traffico veicolare, fatta eccezione per mezzi pubblici e trasporto pubblico in genere (da potenziare nei collegamenti col porto). L’opzione qualità della vita può essere il punto di partenza di un futuro diverso».