POMPEI – Gli Scavi di Pompei riapriranno il prossimo 26 maggio. È la data definita per il Parco Archeologico che si prepara a riaccogliere i turisti con un percorso limitato “sperimentale” che sarà proposto anche con un biglietto ridotto. Una serie di incontri sindacali hanno preceduto la decisione, che ha tenuto conto anche delle indicazioni dei vari “attori” dell’economia locale, con un dialogo intercorso tra Soprintendenza, Santuario, Comune e operatori del commercio locale.
Il Parco archeologico di Pompei aveva chiuso ai visitatori lo scorso 8 marzo, in seguito all’emergenza dovuta all’epidemia di Coronavirus.Dopo un confronto avviato con le istituzioni locali – il Comune, il Santuario, e le forze dell’ordine, Polizia e Carabinieri – per coordinare le modalità di riapertura in sicurezza del sito di Pompei e definire le varie fasi operative, l’ipotesi è di iniziare con una fase sperimentale di due settimane, da fine maggio, che prevederà una passeggiata lungo le strade della città antica, per tornare ad ammirare i luoghi più rappresentativi del sito, secondo un percorso predefinito e con le necessarie misure di distanziamento previste dal Ministero della Salute, a garanzia tanto dei visitatori quanto dei lavoratori e del personale di vigilanza in servizio. In attesa di una seconda fase, con itinerari che contempleranno anche l’accesso a diverse domus, ampie o dotate di ingresso e uscita separate, e con il supporto della tecnologia per organizzare e monitorare i flussi.
L’ingresso privilegiato all’inizio sarà quello di Piazza Anfiteatro, in quanto vicino al centro della città moderna, per offrire un segnale di apertura alla comunità pompeiana e far dell’area archeologica un Parco Urbano fruibile ai cittadini. Successivamente saranno diversificati gli accessi e i relativi itinerari di visita. “Si sta lavorando in piena sinergia con il territorio e con i vari attori coinvolti, affinché i visitatori possano quanto prima, nuovamente accedere al sito – spiega il Direttore Generale Massimo Osanna – La prima fase di apertura sulla quale stiamo ragionando, ci consentirà di valutare la risposta della comunità, che è stata la prima a risentire delle conseguenze della chiusura del sito, in vista poi della fase successiva.
Per questo secondo momento , stiamo definendo percorsi di visita sicuri, ma che possano anche trasformare la visita in un momento di approfondimento, con un’offerta innovativa. Saranno, infatti, previsti accessi anche ad ambienti e Domus inediti”. “Oltre alle istituzioni locali e ai sindacati, abbiamo ascoltato le associazioni di categoria turistiche per recepire le loro richieste e andare incontro alle loro esigenze – conclude – Ora è importante ripartire per rimettere in moto la macchina organizzativa e soprattutto lanciare un positivo segnale di ripresa, che interesserà non solo direttamente il sito archeologico ma tutto il comparto turistico cittadino e nazionale”.