“Siamo ostaggi, non complici”. “Ridateci le nostre case”. Protesta oggi pomeriggio a Sant’Agnello dove una rappresentanza delle 53 famiglie dell’housing sociale progettato dall’ingegnere Antonio Elefante – arrestato venerdì per l’affare ex Cirio a Castellammare di Stabia – ha civilmente manifestato nei pressi del parco di via monsignor Bonaventura Gargiulo. Tutti in mascherina e a distanza di sicurezza, hanno lanciato il loro grido di dolore attaccando pure il sindaco di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani: “Ecco come ci hai lasciati, preparati ad ospitarci”.
Motivo? Hanno comprato le case – 53 in tutto, alcune assegnate, come da bando pubblico, ad agenti delle forze dell’ordine sul territorio – che vennero sequestrate a febbraio poche ore prima della consegna. Per la Procura di Torre Annunziata il progetto contrasta con gli strumenti urbanistici. In questa inchiesta, Elefante è indagato nella qualità di massimo dirigente di Shs, la ditta che ha beneficiato del permesso. Gli investigatori sospettano intrecci tra il piano di Sant’Agnello e la vicenda ex Cirio. Indagano gli stessi pubblici ministeri, Andreana Ambrosino e Rosa Annunziata. Per la vicenda di Sant’Agnello, oltre Elefante, sono indagati un altro rappresentante di Shs e due amministratori di New Electra, ditta edile che ha effettuato gli interventi. Per ora sono contestate solo violazioni urbanistiche ma la Procura non esclude ipotesi più gravi sia perché si prospetta una potenziale lottizzazione abusiva sia per il comportamento di uffici municipali e Comune. “Abbiamo solo partecipato a un bando, un bando comunale” l’urlo degli inquilini.
Tensione alle stelle quando sono arrivati dei vigili urbani che hanno rimosso alcuni striscioni. A cominciare da uno esposto contro il sindaco e l’amministrazione comunale di Sant’Agnello.
Gli aggiudicatari delle case dunque se la prendono pure col Comune. Secondo la Procura, l’ente non è esente da responsabilità seppur non ci siano sinora indagati oltre i tecnici di Shs e New Electra. Dove nasce il problema per l’housing di Sant’Agnello?
C’era un parere pro veritate, reso dal professore Ferdinando Pinto (estraneo alle indagini), che consigliò al Comune che prima di rilasciare l’autorizzazione ad Elefante bisognava aspettare la pronuncia della Corte Costituzionale in merito alla legge regionale sul recupero dei sottotetti. Il legale firmò un parere sub iudice. Era dell’avviso che la possibilità di derogare al Put applicando il Piano casa fosse vincolata alla Consulta. Che stabilì l’opposto. Ovvero: l’impossibilità di derogare al Put. Ma il parere non fermò il Comune che nonostante tutto rilasciò il permesso e prima che la Corte si esprimesse. Ed è qui che per la Procura si manifesta l’irregolarità.
Al momento il sequestro è stato convalidato dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata Antonio Fiorentino e da mesi si attende che sia fissata una udienza dinanzi al Tribunale del Riesame di Napoli.